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Bossi si slega per le comunali

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Umberto Bossi

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«Alle Amministrative andremo da soli, al di là di situazioni contingenti. Si valuterà quindi caso per caso, ma l'indirizzo è quello di presentarci da soli». È Gian Paolo Dozzo, neocapogruppo della Lega alla Camera, a metterlo nero su bianco in un'intervista rilasciata ad Affaritaliani.it. Una dichiarazione che riassume il nuovo corso del Carroccio sempre fedele alla regola non scritta del «si va da soli ogni qual volta l'alleanza a Roma è spaccata». Un messaggio che piace alla base, galvanizzata dalla sfida lanciata agli ex colleghi di coalizione del Pdl, e che in serata lo stesso Senatùr ha voluto ribadire rivolgendosi direttamente a Silvio Berlusconi: «Nessun gioco delle parti. Il mio è un aut-aut». L'ennesimo avvertimento lanciato da Bossi che, come continua poco dopo, torna a mettere l'accento su quello che già domenica scorsa era stato detto dal palco di Milano ovvero la possibilità di togliere il sostegno leghista alla giunta lombarda di Roberto Formigoni: «Di solito dopo un po' mi rompo le scatole. Abbiamo chiesto in maniera molto chiara di far saltare la regione Lombardia, che è piena di inquisiti, ed è difficile sostenerla. Se proprio dobbiamo sostenerla, per lo meno salti il governo Monti». La Lega quindi torna a dettare la linea anche se ora è proprio a livello di amministrazioni locali che l'ex coalizione di centrodestra mostra i segni più evidenti della rottura tra i due partiti in Parlamento. A spiegare la situazione è Andrea Bassi, consigliere regionale della Lega Nord in Veneto eletto nella circoscrizione di Verona: «Il Consiglio Federale del movimento ha deciso che la linea da tenere a livello locale è di non fare alleanze con chi sostiene il governo Monti. Una cosa che, ad esempio, sta accadendo a Verona dove tra Flavio Tosi e il Pdl i rapporti si stanno raffreddando giorno dopo giorno e dove, molto probabilmente, la Lega correrà da sola». Ma è sull'eventualità di una lista civica del sindaco che la situazione sembra degenerare: il segretario veneto Gobbo si oppone all'idea, lo stesso capogruppo Dozzo è più possibilista («deve essere valutata in base a che cosa si vuol fare») e il primo cittadino Tosi punta i piedi: «La Lega a Verona non può vincere da sola, senza lista Tosi». Ma non solo nella città scaligera le Amministrative potrebbero diventare la pietra tombale dell'alleanza tra leghisti e pidiellini, anche a Belluno c'è il rischio di una rottura. Soprattutto se sulle Comunali si riverseranno i problemi che si sono creati in Provincia dove, lo scorso ottobre, 4 esponenti del Pdl hanno sfiduciato il presidente leghista Giampaolo Bottacin portando l'amministrazione al commissariamento. Ma questi sono solo alcuni dei nodi che la Lega dovrà risolvere prima del prossimo 6 maggio quando in 28 comuni capoluogo di provincia si terranno le elezioni Amministrative, con eventuale ballottaggio fissato due settimane dopo, il 20. E di queste 28 ben dodici si trovano in quella che i leghisti definiscono Padania. Al voto andranno Alessandria, Asti, Cuneo, Como, Monza, Belluno, Verona, Gorizia, Genova, La Spezia, Parma, Piacenza, Lucca, Pistoia, Frosinone, Rieti, L'Aquila, Isernia, Brindisi, Lecce, Taranto, Trani, Catanzaro, Agrigento, Palermo, Trapani, Oristano e Lanusei. Diversa invece la situazione per quanto riguarda le Province che hanno la scadenza di mandato nel 2012. Le elezioni a Vicenza, Ancona, Como, Belluno, Genova e La Spezia sono state infatti sospese e rinviate in attesa di capire quale sarà la sorte di questi enti.

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