Su Roma 2020 Monti fa male i conti
Ancora e sempre Italia-Germania. Nello sport come nell'economia e nella politica. Sul campo gliele abbiamo quasi sempre suonate, in ambito Ue invece gli amici tedeschi spesso vogliono essere arbitri e giocatori. Magari pure sui Giochi Olimpici. Ci sarebbe il delicato rapporto con il partner tedesco dietro la freddezza del presidente del Consiglio Monti nei confronti della candidatura di Roma a ospitare le Olimpiadi 2020. Dai rumors sembra che Angela Merkel abbia chiesto un passo indietro a Palazzo Chigi: l'Italia non potrebbe bussare a denari e chiedere fondi all'Europa per andare a spenderli nelle Olimpiadi. La Germania obietterebbe inoltre che un terzo del default grego deriva proprio da Atene 2004. Tutti fattori che toglierebbero il sonno a Monti e che potrebbero indurre a riconsiderare Roma 2020. Ci sono poi anche altri motivi per cui per Monti sarebbe opportuno un passo indietro: il governo tedesco appoggerà la candidatura di Istanbul, e, vista la vastità della comunità turca in Germania, è normale che la Merkel preferisca vedere la fiaccola olimpica sul Bosforo piuttosto che all'ombra del Colosseo. Tutto vero, per carità. Il problema è che questi fattori poco hanno a che vedere con le dinamiche di assegnazione di un'Olimpiade. La politica nazionale non vincola i membri Cio, che sono autonomi, non rispondono ai governi né alle sollecitazioni geopolitiche. Un esempio? Barack Obama in persona scese in campo per sponsorizzare Chicago, ma i Giochi 2016 sono stati assegnati a Rio de Janeiro. Insomma, Costantino di Grecia, membro Cio, alla fin fine vota per chi vuole. Il giorno dopo l'assegnazione delle Olimpiadi 2020, il Cio - in cui l'Italia è presente con 5 membri, unico caso nella storia - eleggerà il nuovo presidente e il candidato numero uno, il tedesco Thomas Bach, certe cose le conosce bene. La Germania può benissimo preferire Istanbul, ma se qualcuno pensa che ciò possa risultare decisivo si sbaglia. Ritirarsi per non fare uno sgarro al Fondo monetario, o al Giappone, o alla Germania insomma non sta in piedi. L'aspetto finanziario è invece più complesso. La crisi mondiale è sotto gli occhi di tutti e Monti ha due preoccupazioni: garantire la tenuta economica dei conti pubblici e non scontentare i partner europei. Logico che possa essere preoccupato da eventuali perplessità tedesche sulla candidatura di Roma. L'Italia poi non è certo il più ricco dei Paesi in lizza per ospitare i Giochi. Ma questo non è un handicap. Il Cio, diversamente dal passato, premia le candidature che comportano un minor impegno di spesa. Roma 2020 è un progetto sobrio: costerà 8,2 miliardi di euro di cui 3,5 garantiti dal Cio attraverso sponsor, pubblicità e diritti tv; 4,7 miliardi dovrà metterli lo Stato, che ne ricaverà 4,6 dal maggiore gettito erariale. Le Olimpiadi costeranno ai contribuenti alla fine 100 milioni di euro. Con benefici rilevanti: la crescita prevista del Pil è dell'1,4% (17,7 miliardi); in 14 anni verranno creati 170mila posti di lavoro, 12mila l'anno con un picco di 29mila nel 2020. Una rinascita economica in grande stile, come e più del 1960. Il 70% degli impianti, inoltre, esiste già. Tradotto: le Olimpiadi convengono a tutti. A Roma che verrà trasformata da infrastrutture, riqualificazioni permanenti e grandi opere (Città dello Sport di Calatrava a Tor Vergata, Parco Fluviale dal Ponte della Musica a Tor di Qunto). Ma anche a tutto il sistema Paese, che dai Giochi troverà la forza per rilanciarsi. Il governo Berlusconi due anni fa subordinò la candidatura a uno studio di compatibilità tra l'impegno economico e i vantaggi dell'Olimpiade effettuato da tecnici di fiducia del ministro Tremonti. Esame superato a pieni voti, stando a leggere il dossier della commissione Fortis. Queste cose Gianni Letta le ha spiegate a Monti e pare difficile che il premier possa non firmare la lettera di sostegno alla candidatura. Anche perché ciò non comporta alcun impegno di spesa. I soldi bisognerà tirarli fuori in caso di assegnazione dei Giochi a partire dal 2015, e comunque non prima del settembre 2013. Un dietrofront di Monti sarebbe ingiustificato e poco comprensibile, anche perché tutte le forze politiche che lo sostengono sono favorevoli a Roma 2020. Alla fine Monti non potrà non rispondere positivamente all'invito del presidente del Coni Gianni Petrucci: «Presidente, firmi, ci creda. Non se ne pentirà. La candidatura è nata dalla possibilità reale che Roma abbia l'Olimpiade. Oggi l'Italia, unica al mondo, ha 5 membri Cio. Nel 2024 ci saranno Francia, Sudafrica, Usa... L'occasione unica e irripetibile è quella del 2020. La storia ci dà questa possiblità oggi. Non posso credere che il professor Monti dica no».