I balneari preparano la battaglia per l'ultima spiaggia
«Iltema della concorrenza centrale e ineludibile - ha detto il ministro - così come lo è la necessità di incentivare e regolare le potenzialità economiche e reddituali connesse a questi importanti tasselli dell'offerta turistica nazionale». Gnudi ha anche sottolineato che la questione è «di grande urgenza» in quanto «è tuttora pendente una procedura d'infrazione comunitaria riguardante la sussistenza di meccanismi anticoncorrenziali nell'assegnazione delle concessioni» e che per assicurare lo standard qualitativo del servizio, «bisognerà che la durata delle concessioni garantisca la remunerazione dell'investimento previsto», durata che sarà presumibilmente compresa tra i 6 e i 20 anni. È stato fermo però su un punto: su sollecitazione dell'Unione Europea, è stato eliminato il «diritto d'insistenza», ossia il criterio di preferenza per il concessionario uscente nel riaffidamento delle concessioni. E dunque «in vista della scadenza delle concessioni in atto, bisogna porre in essere - ha concluso - un rinnovato meccanismo che garantisca la possibilità di far muovere il settore anche sotto il profilo imprenditoriale». I balneari, che si erano detti soddisfatti per la posizione assunta dagli assessori regionali al Turismo che, nel corso di una riunione lunedì della commissione, avevano chiesto, con un documento, al Governo se intendesse assumere iniziative presso l'Unione europea per escludere il settore del demanio marittimo turistico dalla Direttiva Servizi, ieri sono rimasti gelati e hanno preferito tacere. Attendono il 23 febbraio quando avranno un incontro, programmato da tempo, con il ministro Gnudi.