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Dietrofront su cigs e contratto unico

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Il ministro del Welfare Elsa Fornero

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Un altro dietrofront. Dopo l'articolo 18 ora il ministro del Lavoro Elsa Fornero frena anche sull'abolizione della cigs e sul contratto unico. Nessuna eliminazione della cassa integrazione straordinaria nel documento sulla riforma del mercato del lavoro che si appresta a presentare. «È stato detto che Fornero vuole eliminare la cassa integrazione straordinaria - ha sottolineato il ministro -, non c'è scritto eliminare la cigs nel documento, e non lo so. Vedremo, ne parleremo con i sindacati». Il riferimento è al documento sulle linee per la riforma del mercato del lavoro letto lunedì dalla Fornero a Palazzo Chigi alle parti sociali. Il testo ha scatenato un vespaio di polemiche tali da indurre la Fornero, ieri, a correggere il tiro. Il ministro ha sottolineato che siccome «la previdenza non è più assistenza, forse anche la modifica degli ammortizzatori sociali può essere congegnata in un modo assicurativo». Altra questione: il contratto unico. «Non compare nel documento sulla riforma, ma se ne può discutere in modo civile e ordinato». Nel documento «c'è invece - sottolinea il ministro tornando a parlare degli ammortizzatori sociali - l'impostazione di un percorso di riforma che vedremo dove condurrà. Quindi era del tutto prematuro parlare di soppressione della cassa integrazione e in ogni caso sappiamo che il 2012 sarà un anno molto difficile, nel quale non potremo fare grandi innovazioni». «Un percorso di gradualità può essere un'ipotesi che facilita il dialogo», aggiunge il ministro, che precisa come, al tavolo con le parti sociali, «non siamo entrati nella individuazione di soluzioni perchè sarebbe stato arrogante da parte del governo. Il governo ha posto il problema della necessità di un sistema migliore, più efficiente e più efficace, di ammortizzatori sociali». Insomma si naviga a vista e i tempi sembrano allungarsi nonostante le sollecitazioni del premier Mario Monti a fare presto. Il premier che ieri ha seguito il dibattito da Bruxelles dove era in corso l'Ecofin, ha insistito sull'attenzione che bisogna dare al destino dei giovani e sull'obiettivo di ridurre la «segmentazione del mercato del lavoro». Altro punto in sospeso è quello della copertura degli emendamenti sulle pensioni in favore dei lavoratori precoci e degli esodati, del decreto Milleproroghe. La Fornero ha bocciato l'ipotesi di un aumento dei contributi per i lavoratori autonomi. Ma se il governo procede a tentoni, i sindacati hanno le idee chiare. La Cisl si dice contraria ad un «disegno astratto del governo sul lavoro», ha sottolineato il segretario generale, Raffaele Bonanni. «Dobbiamo - ha proseguito - rendere la cig più stabile ed effettiva la formazione. È significativo che lavoratori e aziende che pagano la cassa non siano d'accordo con il governo». Sulla cig in deroga, Bonanni ha detto che «la paga lo Stato, noi chiediamo che la paghino anche le imprese». Secondo il leader della Cisl, «quando si affronta un momento così delicato con un milione di persone che hanno bisogno di sostegno, è importante capire che fine faranno queste persone, quali soluzioni trovare per loro e chi sta pagando. Dobbiamo rendere la cassa integrazione più stabile e trovare soluzioni migliorative». Altrettanto chiara la Cgil. «Siamo di fronte a un profondo processo di riorganizzazione del sistema industriale e del sistema produttivo, oltre che ad elementi diffusi di crisi, quindi togliere uno strumento fondamentale per questi processi è esattamente una follia», ha evidenziato Susanna Camusso, sull'ipotesi di superare la cassa integrazione straordinaria. Camusso sul modello italiano di cassa integrazione aggiunge che «in assoluto la valutazione che tutti hanno fatto, non solo in Italia, è che si è trattato di uno strumento che ha accompagnato positivamente la riorganizzazione del nostro sistema, quindi non capiamo le ragioni di sottrarre uno strumento che, ci tengo a dirlo, è in gran parte finanziato dai lavoratori e dalle imprese quindi non è un intervento ed un sussidio dello Stato a questi processi». Lo stop della Fornero è stato apprezzato anche dal Pd. «Riformare gli ammortizzatori sociali non può voler dire eliminare strumenti che hanno finora funzionato» ha chiosato il capogruppo Pd in commissione lavoro della Camera Damiano. «La cassa integrazione, soprattutto in un momento di crisi come l'attuale, deve servire per fronteggiare i momenti di calo temporaneo del mercato attraverso l'uso della cassa integrazione ordinaria, oppure, affrontando complessi processi di ristrutturazione, con quella straordinaria». Damiano poi sottolinea che l'alternativa, senza questo strumento, «sarebbe il licenziamento».

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