Il governo: basta blocchi stradali
Un morto, qualche ferito, ancora disagi e - dopo giorni di mancati rifornimenti - anche tanta paura di rimanere con l'auto a secco e il frigo vuoto. È questo il bilancio della seconda giornata di paralisi causata dal blocco degli autotrasportatori. Per il governo è troppo. I disservizi cominciano a farsi sentire e anche l'Europa ci chiede risposte. È il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri a intervenire, assicurando al vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, in una telefonata, che il governo italiano intraprenderà tutte le misure necessarie per porre fine ai blocchi. Il Viminale ha disposto l'invio di 1.100 rinforzi delle forze dell'ordine in tutto il Paese per fronteggiare le emergenze. «I disagi registrati in Sicilia e nel continente sono stati affrontati coniugando fermezza e dialogo. Ciò ha consentito di stemperare le situazioni di tensione e di far sì che la gestione dell'ordine e della sicurezza pubblica non subisse, nel complesso, grave pregiudizio», è il messaggio che il ministro ripete durante l'audizione in Senato. «Voglio esprimere, tuttavia, - aggiunge Cancellieri - il mio profondo rammarico per il grave incidente accaduto ad Asti e far giungere ai familiari della vittima le mie sincere condoglianze». Già perché la giornata inizia nel peggiore dei modi. È l'alba e il casello di Asti, avvolto dalla nebbia, è bloccato dai tir. Una camionista tedesca (Karin Jiutta Weckerle, 53 anni il prossimo 1 marzo) viene fermata dai manifestanti. Massimo Crepaldi, un autotrasportatore astigiano di 46 anni, le indica a gesti un luogo dove parcheggiare il suo Tir, accompagnando il suo invito con «piccoli colpi sulla carrozzeria del mezzo pesante», (questa almeno la ricostruzione della Polizia). Lei si spaventa e accelera agganciando lateralmente Crepaldi, poi trascinato sotto il Tir. L'uomo muore sul colpo. La Weckerle viene interrogata a lungo e poi arrestata per omicidio colposo. «È stato un incidente, non ho visto quell'uomo che si muoveva a fianco del mio camion», racconta però la donna al suo avvocato. I colleghi di Massimo Crepaldi vogliono capire cosa è successo, chiedono notizie e particolari a chi c'era. Uno dei testimoni, dopo essere stato ascoltato dai magistrati, preferisce tornare a casa. «Un incidente? Mah, un incidente...», sospira lasciando la Procura astigiana. E c'è chi dice, tra i camionisti fermi ad Asti, che la loro collega tedesca aveva già forzato un blocco qualche chilometro prima, a Villanova, «rischiando di mettere sotto due persone». Intanto, seguendo le indicazione del Viminale, cominciano a muoversi anche le prefetture. Un'ordinanza del prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro ha imposto lo stop agli assembramenti di mezzi pesanti presso i caselli autostradali all'entrata della Capitale. Il provvedimento, valido da ieri a venerdì, prevede una sanzione amministrativa pari a circa 200 euro, il ritiro della patente, della carta di circolazione ed il fermo amministrativo del mezzo. Cancellieri ha inoltre riferito al Senato che sono in corso indagini per accertare la presenza di elementi della criminalità organizzata tra i manifestanti in Sicilia, mentre il premier Monti, che da Bruxelles invita a contemperare il diritto di sciopero con il rispetto della legalità, riceverà oggi a Palazzo Chigi Raffaele Lombardo, governatore dell'Isola. Mentre la situazione sta lentamente tornando alla normalità sul fronte della circolazione, si aggravano i disagi per i mancati rifornimenti causati dai blocchi in un Paese in cui circa l'80% delle merci viaggia su strada. Tutti gli stabilimenti Fiat sono stati fermi ieri e lo saranno anche oggi con la mancata produzione di ben 4.200 auto. Per Confcommercio poi c'è il rischio che «l'interruzione delle forniture e la mancata distribuzione dei prodotti possa impedire alle famiglie di fare la spesa regolarmente già dalle prossime ore», mentre Coldiretti teme per la sorte di 50 milioni di euro di prodotti alimentari al giorno, tra latte, fiori, frutta e verdura. Trasporto Unito, una delle sigle che sta dietro gli scioperi, intanto, non molla. «Abbiamo deciso - fanno sapere però - di proseguire con la protesta, ma il nostro appello è: basta forzature, tensioni, blocchi».