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Governo, meno cassa integrazione per i lavoratori

Il presidente del Consiglio Mario Monti e il ministro del Welfare Elsa Fornero

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Parte subito con una coda polemica il primo incontro tra il ministro del Welfare, Elsa Fornero, e le parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali. Il metodo è immediatamente messo sotto accusa dai sindacati e dalle associazioni convocate. La Fornero presenta le linee guida che il governo intende seguire. Ma si tratta di contenuti precostituiti e dunque addio alla concertazione e alla discussione secondo le organizzazioni dei lavoratori. Una polemica che continua anche quando il responsabile del Welfare annuncia che il confronto continuerà anche per via telematica. Con scambio di e-mail probabilmente. Ma qualcuno dei sindacalisti si sente messo da parte: «Forse ministro non ci vuole più guardare in faccia?» risponde. Sono segnali che sul tema del lavoro in Italia il cambio delle regole non è argomento semplice da affrontare. Eppure quanto emerge dall'incontro non lascia spazio a dubbi sull'impegno dell'esecutivo a chiudere presto la partita. Il confronto si dovrà chiudere entro un mese, «in 3-4 settimane» con «il largo consenso» di sindacati e imprese, dice il ministro del Lavoro, Fornero. Le sue parole sono precedute dal premier Monti che prima di partire per Bruxelles per la riunione dell'Eurogruppo lascia la sua testimonianza: «Servono buone soluzioni strutturali per il mercato del lavoro. Spero che si riesca a non ridurre il messaggio solo all'articolo 18». Monti rassicura le parti sociali che non si procederà per decreto ma avverte che «i tempi non possono essere lunghi». A Palazzo Chigi con il viceministro Michel Martone e gli altri ministri interessati, a partire dal titolare dello Sviluppo economico, Corrado Passera, Fornero legge a sindacati e imprese riuniti attorno allo stesso tavolo i punti su cui intende ragionare (documento che alla fine del confronto non consegna alle parti spiegando che continuerà a lavorarci su tenendo conto delle diverse posizioni). Sono 5 i capitoli delle linee guida: tipologie contrattuali; formazione e apprendistato; flessibilità; ammortizzatori sociali; servizi all'impiego. «Serve un contratto che evolve con l'età», dice Fornero, come riferito dai presenti al tavolo: un contratto e quindi tutele modellate sul ciclo di vita del lavoratore (con la possibilità, poi, di valutare se è percorribile il modello del contratto unico) «piuttosto che contratti nazionali specifici che evolvono per ogni età». Il ministro - viene riferito - parla anche di misure «innovative solo per le nuove assunzioni» e di flessibilità più costosa; e propone di favorire la conversione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato attraverso la graduazione degli sgravi contributivi anche in rapporto alla formazione svolta.   Sul tavolo pure l'ipotesi di un reddito minimo e di una sua «applicazione dilazionata», visto il nodo risorse. Sui contratti, però, i sindacati rilanciano sull'apprendistato e sull'inserimento, che chiedono di incentivare. Ancora più netta la posizione sulla Cassa Integrazione e sulla possibilità di un suo uso «limitatissimo» e circoscritto a quella ordinaria nei casi in cui si possa riprendere il lavoro rapidamente. Ma tutte le parti al tavolo rinviano la proposta al mittente. «Non si può superare la cassa integrazione straordinaria» sintetizza Camusso. Non sarà un percorso facile. Insomma.

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