"Sulle liberalizzazioni serve qualcosa di più"
La sua foto ha fatto il giro della rete. Pier Luigi Bersani, seduto solo ad un tavolo dell'Open Baladin di Roma, con davanti una birra mentre si destreggia tra le carte. A scovarlo Luca Sappino, consigliere municipale di Sel, che ha immediatamente rilanciato l'immagine su Twitter con commento pungente: «Leader di grande partitio del fu centrosinistra cerca compagni di bevute». Niente di male. «Il segretario - si affrettano a spiegare dalla sede del Pd - è un frequentatore di quel locale perché offrono delle buone birre. E giovedì ha trascorso tutto il giorno da solo per scrivere il discorso per l'Assemblea nazionale, al via venerdì pomeriggio (ieri ndr)». Insomma Bersani, che molto sportivamente invita l'improvvisato paparazzo per una birra, non era alla ricerca di «compagni di bevute», piuttosto di un modo per spiegare ai compagni del suo partito perché è giusto continuare a sostenere il governo guidato da Mario Monti. Il risultato è una frase che suona così: «Ci saremo con lealtà e trasparenza, rendendo esplicita ogni volta la nostra posizione, dicendo chiaro ogni volta quel che va e quel che non va, quel che faremmo e faremo noi di diverso; finché il Paese non si sarà allontanato dalla soglia del baratro a cui è stato portato, finché non si vedrà una luce e quindi fino alla fine della legislatura». Dopotutto è l'unica strada, sia per il Pd che il Pdl. Continuare a far fare al Professore il lavoro sporco cercando di intestarsi, di volta in volta, qualche successo. Giusto per non venir spazzati via dalla partitocrazia. Così, visto che l'argomento è l'ordine del giorno, si comincia con le liberalizzazioni. Il testo non ha ancora passato il vaglio del Consiglio dei ministri quando il Pd inizia la sua assemblea, ma la posizione è già chiara. «Se sarà timido come sembra - annuncia Rosy Bindi - faremo le nostre critiche». E Bersani rilancia: «Un progetto lodevole e importante su un tema a noi carissimo. Ci sarà consentito tuttavia dire che su diverse materie si può fare di più e meglio e con maggiore immediatezza». Così, appena il testo viene licenziato, ecco il vicesegretario Enrico Letta: «Se ci sono cose da raddrizzare o correggere lo faremo in Parlamento, ma si tratta di un grande passo avanti». Il messaggio è chiaro. «Nell'anno del dopo Berlusconi il nostro Partito non andrà certo in vacanza» aveva spiegato qualche ora prima Bersani. Che in ogni caso non rinuncia a tenere sotto controllo il fronte più "caldo". Quello interno: «Per noi non saranno rose e fiori. Chiedo dunque a tutto il gruppo dirigente impegno, unità e tenuta davanti alle difficoltà che verranno». L'elenco è presto stilato: la possibile modifica dell'articolo 18, il pressing di chi comincia a chiedere il congresso, il dialogo con il Pdl sulla legge elettorale (Bersani apre all'ipotesi di primarie per i parlamentari se si dovesse andare a votare con il Porcellum). Il 2012 non si preannuncia affatto facile. Nic. Imb.