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Riccardi candidato a sindaco di Roma. Si scatena l'ira del Pdl

Il ministro per la Cooperazione internazionale e l'integrazione Andrea Riccardi

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L'indiscrezione l'ha lanciata Il Tempo due giorni fa: il Terzo polo starebbe corteggiando il fondatore della Comunità di Sant'Egidio, Andrea Riccardi, ora ministro del governo tecnico, per candidarlo come sindaco di Roma nel 2013. Il Pdl non ci sta e attacca. Il Pd e l'Api difendono il ministro della Cooperazione mentre il leader de La Destra, Francesco Storace, rinfresca la memoria al partito di Alfano, reo di aver «legittimato» i tecnici, a cui ora non può certo negare di presentarsi alle elezioni. Per ora tra i leader di Udc, Fli e Api non c'è stato nemmeno un vertice sulla corsa al Campidoglio ma la questione è piuttosto delicata. Perché se è vero che nell'Udc sarebbe già pronto a candidarsi il vicepresidente della Regione Lazio, Luciano Ciocchetti, e nell'Api il presidente della Bnl Luigi Abete, si punta a una candidatura condivisa, che riesca a rompere i tradizionali schemi politici. Riccardi, che ha accettato l'impegno politico con Monti e che nelle ultime settimane si è occupato piuttosto da vicino della Capitale, sarebbe la persona giusta. A quel punto il problema sarebbe del centrosinistra e del suo candidato in pectore Nicola Zingaretti. Dal canto suo, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, ancora indietro nei sondaggi, potrebbe guadagnarci. Ma resta ancora in gioco la possibilità che il Terzo polo scelga di allearsi con uno dei due aspiranti sindaci dei partiti maggiori. Per ora di certo c'è soltanto la rissa sull'eventuale impegno romano di Riccardi. «Sappiamo bene che sui giornali compaiono notizie vere, semivere e false - esordisce il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto - Non sappiamo a quale di queste categorie appartenga l'indiscrezione secondo la quale candidato a sindaco di Roma in alternativa al nostro sindaco Gianni Alemanno sarebbe il dottor Riccardi, ministro di un governo che ha il nostro appoggio e dal quale ricava legittimamente la visibilità rilevante dal ruolo che svolge e dalle capacità che ha». In ogni caso, meglio mettere le mani avanti: «È evidente - aggiunge Cicchitto - che in tutto ciò c'è quella che si può chiamare la contraddizione che non lo consente, nel senso che il ministro di un governo amico non può diventare poi nemico alla prima occasione elettorale per di più caratterizzata dal grande rilievo che ha la Capitale d'Italia». Riccardi al posto di Alemanno? Chissà che Cicchitto non abbia altre, e più rilevanti, indiscrezioni. Netta anche la leader del Movimento per l'Italia Daniela Santanchè che, in una nota congiunta col coordinatore laziale Fabio Schiuma, spiega: «Se dovesse risultare vera la candidatura di Riccardi a sindaco di Roma finirebbe il bluff del governo tecnico. Questo esecutivo invece di pensare agli interessi degli italiani, al salva e cresci Italia, sta solo organizzando il proprio partito e pensa alla campagna elettorale». Non ci sta il numero uno de La Destra, Francesco Storace, che non risparmia una stoccata anche al primo cittadino: «Le rampogne del Pdl al ministro Riccardi sono senza senso. Anzitutto, perché è il Pdl ad aver legittimato i ministri di Monti. Come dice il capo dello Stato, i governi sono politici e quindi anche i loro ministri. Se non vogliono Riccardi sindaco, lo buttino giù con la sfiducia individuale o caccino questo governo dell'imbroglio. Ma non si capisce come facciano a negargli i diritti civili. E poi, che importanza ha chi sarà l'avversario di Alemanno quando il primo nemico dell'attuale sindaco è lui stesso?». Il Partito democratico difende il fondatore della Comunità di Sant'Egidio: «Sono del tutto ingiustificati gli attacchi provenienti da esponenti del centrodestra nei confronti del ministro Riccardi», sottolinea il capogruppo in Aula Giulio Cesare, Umberto Marroni. Interviene anche l'Api. «Sono semplicemente incredibili le parole che Cicchitto ha rivolto nei confronti del ministro Riccardi riguardo ad una sua ipotetica candidatura a sindaco della Capitale, immaginata in alcuni retroscena giornalistici. Soprattutto perché rivelano l'atteggiamento di chi ha la coda di paglia, altrimenti non definirebbe uno dei piú autorevoli ministri del governo che sostiene come un potenziale "nemico" - spiega il portavoce romano di Alleanza per l'Italia, Luciano Nobili - Probabilmente è la consapevolezza del totale fallimento di Alemanno a suggerire un atteggiamento cosí scomposto ma non è certo inventando "fantasmi" che la destra potrà esimersi dal severo giudizio dei romani».

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