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Tre versioni e miniconcessioni al Pdl. Letta gran tessitore

Gianni Letta

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La maratona del decreto sulle liberalizzazioni non è finita. Ora spetta agli uffici legislativi dei singoli ministeri mettere in «bella copia» quelli che fino a ieri pomeriggio erano ancora degli appunti fitti di osservazioni a margine. Tant'è che i tecnici dei dicasteri avranno per domani una riunione informale, dopodichè il testo arriverà sulla scrivania del presidente Napolitano e martedì, sarà sulla Gazzetta Ufficiale. Certo si poteva fare di più, ammettono gli sherpa del governo e fanno intendere che il «parto» è stato travagliato. Non solo le otto ore del Consiglio dei ministri. La limatura del testo è cominciata il giorno prima e ben tre sono state le stesure con il Pdl in assetto di guerra per limitare al massimo «i danni» alle categorie tradizionale serbatoio di voti del centrodestra, ovvero notai, professionisti, avvocati, farmacisti, tassisti. Il Pd invece a verificare che fosse rispettato l'impegno di riequilibrio dei pesi dopo la stangata della manovra. Le misure sono state passate al setaccio da una improvvisata task force del Pdl composta da Maurizio Gasparri, Fabrizio Cicchitto, Paolo Romani e Luigi Casero. Ma la vera azione di tessitura l'ha svolta Gianni Letta in filo diretto con il sottosegretario Catricalà. Questo complicato lavoro dietro le quinte ha fatto sì che i ministri restassero all'oscuro sulle materie di propria competenza fino a quando si sono seduti in Consiglio. Monti si sarebbe presentato solo con i titoli dei provvedimenti tant'è che i 43 articoli originari sono lievitati nelle otto ore della riunione a 98. Gli scogli maggiori sono stati quelli dei taxi e delle farmacie; il Pdl è riuscito a ottenere un annacquamento delle norme sui tassisti lasciando la decisione sull'aumento delle licenze a una futura autorità delle reti di concerto con i sindaci. Così pure passa che i farmaci di fascia C siano venduti solo nelle farmacie. A difesa dei notai si sarebbe schierata anche il ministro della Giustizia Paola Severino sottolineando che alcune categorie svolgono anche la funzione di presidi della legalità nel Paese e quindi bisogna andarci cauti. Così è vero che viene abbattuto lo steccato del numero dei notai ma è anche vero che restano tutti i costi legati all'intermediazione. Il Pdl però non è riuscito a ottenere dal ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, l'assegnazione gratuita delle frequenze digitali a Mediaset. Ad un certo punto il Consiglio dei ministri sarebbe arrivato a un impasse e l'intervento del presidente Napolitano non sarebbe stato casuale. Il presidente informato del pressing che partiti e lobby avevano raddoppiato durante il Consiglio avrebbe colto l'occasione dell'incontro casuale con la giornalista per aprire «l'ombrello» della sua autorevolezza sul governo e mandare il messaggio alla politica e alle categorie, che la direzione di Palazzo Chigi è quella giusta. Così chi nel governo aveva consigliato a Monti di prendere più tempo, almeno un'altra giornata, per limare ancora il decreto, ha dovuto farsi da parte. Domani c'è l'Eurogruppo e Monti si deve presentare con il decreto in tasca.

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