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Dal Cipe soldi per metro C, ferrovie e difesa del territorio

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L'Italiatorna a mettersi al lavoro: dal Cipe arriva il disco verde a opere infrastrutturali e di sviluppo per il valore di 5,5 miliari di euro. Il governo ha così confermato l'impegno assunto con gli enti locali il 17 gennaio, e ha riallocato i tagli per circa 10,5 miliardi stabiliti con diversi provvedimenti del precedente governo. A questi, si sommano anche i 2.800 milioni di euro stanziati a suo tempo dal Parlamento, destinati a ripristinare la copertura degli investimenti e ritenuti indifferibili. Il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica ha spiegato in una nota che i fondi saranno destinati al rilancio di quattro settori chiave per lo sviluppo e la crescita del Paese: nuove infrastrutture e apertura di nuovi cantieri; azione di contrasto del rischio idrogeologico; rilancio dei piani per l'edilizia abitativa, scolastica ed universitaria, e infine il rifinanziamento del Fondo Sviluppo e Coesione. L'obiettivo è rimettere in moto il Paese, soprattutto il Mezzogiorno, con un'articolata serie di interventi che dovrebbero produrre un effetto positivo sull'economia italiana. E, finalmente, tornare a crescere. Un risultato che il governo intende ottenere usando come volano il settore delle costruzioni e delle opere pubbliche. Saranno infatti liberate risorse da utilizzare nell'industria edilizia, per tutelare i posti di lavoro e aumentare, già nel breve periodo, i livelli occupazionali. Tra le tante opere che ripartiranno con le delibere di ieri, il via libera ai finanziamenti per la tratta S. Giovanni-Colosseo della metro C per un importo di 792 milioni di euro: il 70% dallo Stato, il 18% da Roma Capitale e il 12% dalla Regione Lazio. L'avvio dei lavori è previsto per l'inizio del mese di marzo. Interventi ancora di maggior peso per le infrastrutture ferroviarie. Gli interventi della rete saranno infatti finalmente completati, secondo lo schema di aggiornamento previsto dal contratto di programma «Rete Ferroviaria Italiana 2010-11». Anche in questo caso, sono state cancellate le recenti riduzioni di risorse e sono stati allocati nuovi fondi, per un intervento che arriverà a valer 3,9 miliardi di euro. In particolare, saranno completati o avviati tutti i lavori presenti nel Piano di Azione Coesione, tra gli assi ferroviari di importanza strategica per il trasporto "Napoli-Bari-Lecce/Taranto", a cui andranno 790 milioni di euro, "Salerno-Reggio Calabria", per il cui intervento saranno stanziati 240 milioni, e il "Potenza-Foggia", per il quale sono invece stati predisposti 200 milioni di euro. Ripartiranno – annuncia il Cipe - anche i servizi previsti nel contratto di programma. Il comitato ha infatti assegnato circa 1584 milioni di euro, si spiega nella nota «per interventi che hanno già maturato obbligazioni vincolanti e ulteriori 970 milioni di euro per ulteriori opere infrastrutturali» pari a 354 milioni di euro. Nuove risorse anche per quanto riguarda il secondo settore indicato come chiave dal Comitato per il rilancio della crescita italiana: il rischio idrogeologico, purtroppo provatosi più volte fatale per la popolazione e il territorio negli ultimi anni. La «messa in sicurezza» dell'Italia operata dal governo Monti verrà avviata tramite interventi per 679,7 milioni di euro, di cui 352 messi a disposizione dalle Regioni sui programmi attuativi regionali, mentre gli altri 263 milioni vengono dai programmi attuativi. Ad essere interessati saranno soprattutto ampie zone del Sud che sono attualmente minacciate da rischi di calamità naturali, e che dovrebbero invece essere riportati a una piena fruibilità da parte dei cittadini. Gli interventi saranno in tutto 518, e sono stati identificati «tra il 2010 e il 2011 attraverso un processo di leale collaborazione tra le sette Regioni del Sud interessate, il Ministero per l'Ambiente e la Coesione Territoriale». Le sette Regioni del Mezzogiorno saranno la Basilicata, Calabria Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Sbloccati dal Cipe anche 39 milioni di euro per il Fondo nazionale per la montagna per interventi di viabilità e difesa del suolo e 15 milioni di euro per la compensazione dei territori che ospitano centrali nucleari dismesse e impianti del ciclo combustibile nucleare. Sbloccatti 556 milioni di euro per l'edilizia scolastica, 456 per la messa in sicurezza delle scuole di tutto il territorio nazionale (due terzi al Sud), e 100 la costruzione di nuovi plessi. Saranno costruite strutture all'avanguardia in termini di efficienza e consumo energetico, e che si spera assolvano, oltre alla funzione educativa, anche a quella di centri di aggregazione per i cittadini, in una visione della scuola come centro civico cittadino. Per le università le risorse complessive a disposizione ammontano a 1,2 miliardi, come era stato previsto dal Piano messo a punto dal ministro per Affari regionali e la coesione territoriale del precedente governo. I fondi saranno destinati a nuovi edifici per gli atenei, residenze per gli studenti e strutture per incubatori di imprese.

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