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Berlusconi: "Leali con Monti"

Silvio Berlusconi

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Spiega Mariastella Gelmini: «Dobbiamo andare avanti con le liberalizzazioni. È quello che ci chiede il nostro elettorato. È quello che ci chiedono gli italiani. Se non le faremo o le ostacoleremo, non ci capiranno». E Silvio Berlusconi non la pensa diversamente. Soprattutto dopo aver visto gli ultimi report sui sondaggi che sono arrivati sulla sua scrivania come al solito di lunedì. Report che parlano chiaro. Il Pdl è ai minimi termini, sotto quota 23%. Regge la Lega, ferma intorno al 10. Certo, poi il Cavaliere riesce a vedere positivo anche in un quadro così disarmante. A cominciare dal fatto che gli "incerti" sono quasi la metà degli intervistati. E dunque c'è margine per recuperare. Molto margine. Poi ci sono le liberalizzazioni. Sulle quali c'è grande attesa da parte degli italiani. Attesa e speranza. Il tutto dovrebbe dunque far immaginare che se il centrodestra, e il suo principale partito, intendono recuperare consensi non può che tuffarsi su quel terreno. A capofitto. Allo stesso tempo, però, la situazione è ancora molto delicata. Il governo, per avviare la fase due, sembra esserti diretto anzitutto a colpire l'elettorato classico del Pdl. Il ceto medio o il ceto medio alto. I liberi professionisti. I tassisti. Il popolo delle partite Iva. Se la protesta sale e diventa insostenibile per il centrodestra, tutto potrebbe tracimare. «Gli scenari sono tutti aperti - sottolinea Raffaele Fitto mentre s'infila in Aula -. Non mi sento di dire che una linea sta prevalendo sull'altra. Per ora si va avanti ma la situazione è talmente delicata che tutto può cambiare nel giro di poco tempo». Frattanto la grande intesa Pdl-Udc-Fli-Pd tiene. Alla Camera si parla di Giustizia. Il ministro Paola Severino arriva nell'emiciclo e viene accolta da un applauso che fa scattare immediatamente l'ironia di Pier Ferdinando Casini su twitter: «Clamoroso alla Camera. Applauso unanime e convinto! Sembra un governo politico!». È una presa in giro nei confronti di Pd e Pdl che proprio il giorno prima avevano smentito di far parte di un'unica coalizione. «Non c'è una maggioranza politica, ma una maggioranza salva Italia», ci tiene a precisare Franco Frattini. Proprio lui domani rivedrà gli altri componenti della "maggioranza salva Italia", per dirla con le parole dell'ex ministro degli Esteri, per definire un testo unitario della mozione sull'Europa. All'incontro parteciperà anche Enzo Moavero, il ministro per l'Europa, suggellando così il rapporto sempre più stretto tra Pdl e Pd. Tutti uniti dentro i palazzi, tutti divisi un minuto dopo aver varcato il portone: nelle piazze, nelle strade, in tv. E questo soprattutto perché nel Pdl c'è ancora tanta tensione, tanta disapprovazione nei confronti dell'attuale governo. «Sta governando la sinistra», confessa un deputato che chiede anonimato. E continua: «Se la prendono con i nostri elettori, ci stanno massacrando. Una valanga di tasse. Poi accusano i nostri di essere degli evasori. E adesso la nuova mazzata con le liberalizzazioni che non colpisce banche o assicurazioni, cooperative o sindacati. Appoggiamo Monti e quello ci sta vendendo alla Germania». L'ultima batosta arriva dal Parlamento europeo dove viene eletto presidente il socialista tedesco Martin Schulz, quello che fu protagosnista di un durissimo scontro con il Cavaliere che gli diede del kapò. Anche se il Ppe ha dato indicazione di votarlo, molti del Pdl non lo hanno sostenuto. Il fli Potito Salatto li sfotte: «Mancano settanta preferenze a Schulz, chi sono quelli che non lo hanno votato?». Berlusconi sa dei malumori a Strasburgo come a Roma. Convoca in serata un vertice del Pdl. Insiste: «Restiamo leali a Monti ma deve ascoltarci di più. Le prossime settimane saranno decisive». Si sfoga con i suoi. Parla di sé come di un povero vecchietto a cui è stato tolto tutto. Il riferimento è alla sentenza del lodo Mondadori che lo ha costretto a sborsare quasi 600 milioni a Carlo De Benedetti. Le doglianze vanno avanti con la necessità di doversi mettere a dieta. In tutti i sensi. Non solo per la pancetta già sgonfiata ma anche economicamente. Da tempo racconta che sarebbe costretto a dover vendere la villa ad Antigua e anche il Milan ormai gli costa troppo: «Porta debiti da 75 a 110 milioni all'anno, per ripianare le perdite occorrono almeno 80 milioni ogni volta, è per amore che continuo questa avventura».

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