L'allarme di Confindustria: mafiosi tra i manifestanti
Adinnescare la miccia l'associazione degli industriali pronta a una contro-protesta con la chiusura di alcuni stabilimenti. Il colpo mortale arriva da Ivan Lo Bello, presidente degli industriali isolani, secondo il quale tra i manifestanti «c'è la presenza di personaggi legati alla criminalità organizzata» (il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, parla di «giustificato allarme». Dichiarazione alle quali, Martino Morsello, rappresentante del "Movimento dei forconi", risponde con un secco «si facciano i nomi senza essere omertosi davanti ai siciliani»). Insomma, da uno sciopero animato dalla crisi, si passa a una protesta al sapore di mafia. In campo anche il procuratore Antimafia, Piero Grasso: «Non c'è dubbio che in realtà complesse e in territori dove c'è da sempre una presenza della criminalità organizzata di tipo mafioso è possibile che questi fenomeni ci siano».Intanto, c'è una Sicilia paralizzata: scarseggiano viveri, rifornimenti di carburante a secco, collegamenti stradali interrotti dai manifestanti, per non parlare di picchetti di scioperanti che bloccano una serie di punti sensibili come porti e ferrovie. Sbarrata anche la Valle dei Templi. Siamo al quinto giorno di sciopero proclamato dal movimento "Forza d'urto", sigla che raccoglie trasportatori, agricoltori del "Movimento dei forconi" e pescatori isolani. Lottano contro l'aumento del prezzo dei carburanti e delle tariffe autostradali. Eloquente il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo: «È un movimento ampio, che non è rappresentato da una persona o da gruppi e che sfugge al controllo». Poi l'appello: «Chiunque partecipi ai blocchi eviti degenerazioni e disagi alla gente». E mentre già si contano i primi danni (si parla di 200 milioni all'economia), il governatore scrive a Monti chiedendo «un confronto su alcuni punti delle rivendicazioni poste dal movimento che sta protestando in Sicilia, dalle accise sulla benzina ai costi dei trasporti». La protesta continua.