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Il capitano ultimo a lasciare la nave? Norme contrastanti

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Bisognaavere pazienza per i risultati dell'inchiesta e vedere cosa dice l'esame della scatola nera, da cui verranno fuori tutte le registrazioni accurate delle voci di bordo. Se il comandante Schettino, che è tra l'altro persona abituata a vivere l'emergenza, visto che l'iter della sua professione prevede addirittura corsi d'attitudine, avesse seguito le norme precise della navigazione, inchino o no, non sarebbe accaduto nulla. Essenziale è, però, che si capisca che niente può essere escluso. Bisogna comprendere, ad esempio, qual è stato il ruolo del team e tante altre cose, perché ogni persona a bordo ha compiti precisi. Per questo, meglio evitare speculazioni. Ci sarà un processo dei legislatori che richiederà più tempo, ma sono certo che le singole compagnie rivedranno le loro procedure, in funzione di ciò che si imparerà dall'incidente». A rispondere alla domanda de Il Tempo alla video conferenza stampa a Roma, in collegamento con il Global Cruise Industry Media Briefing di Londra, su come sia possibile una tragedia come quella della Concordia, nonostante la ferrea regolamentazione dell'industria crocieristica e i controlli, è Roberto Martinoli, rappresentante e portavoce per l'Italia dell'European Cruise Council. «Una vicenda incredibile e unica - dice - Vediamo prima cosa è accaduto veramente per migliorare laddove si riscontrerà carenza, per limitare comportamenti non congrui». Da Londra arriva l'assist: «Nel diritto internazionale è un po' un mito che il capitano deve essere l'ultimo a lasciare la nave» afferma il vice ammiraglio Alan Massey. «Una regola che, però, non coincide con il diritto marittimo italiano» evidenzia Martinoli. Tutto, dunque, può essere successo. Una matassa difficile da dipanare con in mezzo una miriade di concause da tener presenti. Christine Duffy, Presidente e CEO della Cruise Lines International Association, sollecita «una valutazione dettagliata degli accertamenti». La frase che da Londra, davanti a una folta platea di giornalisti internazionali, si ripete come un mantra è: «incidente molto raro». Escluso, dunque, che la dinamica della sciagura abbia a che fare con gli investimenti sulla sicurezza. Tutti d'accordo, infine, sul fatto che fino adesso non si è registrata riduzione di attività.

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