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Lite fra magistrati su Schettino Ricorso contro i domiciliari

Il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino

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«Un comandante inesistente, caduto dalla tracotanza di una manovra sconsiderata all'inerzia, rifugiato nel buio di uno scoglio che guarda la nave affondare». Il Gip di Grosseto, Valeria Montesarchio, descrive così il comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, alla guida della nave che venerdì scorso è naufragata all'Isola del Giglio. Nell'ordinanza di otto pagine il giudice parla di «disastro di proporzioni mondiali», «di condotta gravemente colposa del comandante». E ancora: «Una manovra sconsiderata e imprudente che ha avvicinato eccessivamente il gigante alla costa, una deviazione di rotta» che ha portato all'impatto con Le Scole, gli scogli aguzzi che non perdonano e squarciano la nave per 70 metri nella carena. «Per imperizia e negligenza - scrive il Gip - Schettino sottavaluta il danno e omette di avvisare per tempo le autorità costiere riferendo che si tratta di un problema elettrico». La nave imbarca acqua, si inclina. «Il segnale d'allarme viene dato dopo 30-40 minuti: alle 22.58 - si legge nell'ordinanza - ma nessun allarme esterno viene dato per far capire l'effettiva gravità della situazione a bordo». Oltre 4 mila passeggeri, 11 morti, 21 dispersi. Il Gip evidenzia colpe gravissime ma anche che Schettino «le ha ammesse»; riconosce che c'è stato «abbandono della nave ma non la fuga» e alla fine dell'interrogatorio di garanzia non convalida il fermo in carcere ma dispone i domiciliari a Meta di Sorrento, dove il comandante vive con la famiglia. Per il giudice ci sono gravi indizi di colpevolezza a suo carico ma è escluso il rischio di fuga e inquinamento delle prove, ipotesi di reato sostenute invece con forza dal procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio che aveva chiesto la conferma di custodia cautelare in carcere. «È eccessivo» dice il giudice della città toscana per il quale c'è invece il rischio che il comandante della Concordia possa invece «reiterare il reato», tradotto: ripeterlo. Per questo ha disposto la misura restrittiva dei domiciliari. La Costa Crociere non ha sospeso Schettino: «Per valutare eventuali provvedimenti - hanno fatto sapere - la Compagnia attende l'esito delle indagini». Ma la Procura è di tutt'altro avviso e lo scontro legale col Gip è aperto. «Impugneremo il provvedimento davanti al Riesame - ha spiegato Verusio - Oggi o domani lo presenteremo». Pronta la risposta del legale del comandante, l'avvocato Leporatti che annuncia, a sua volta, ricorso contro la misura della detenzione domiciliare. «Schettino - spiega il legale - era al comando e si è assunto le proprie responsabilità ma non c'è mai stato pericolo di fuga né d'inquinamento delle prove. Il giudice lo ha riconosciuto apertamente». E adesso, rinchiuso a casa, il comandante si difende con amici e parenti: «Ho fatto il mio dovere, non è vero che sono scappato». Nel mirino dei pm potrebbero finire altri due indagati, il secondo ufficiale Dimitri Ckristidis e il terzo Silvia Coronica: entrambi, secondo gli inquirenti, sulla scialuppa con il comandante la notte della tragedia mentre l'evacuazione a bordo della Concordia era ancora in corso.

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