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Il Senatùr incontra Maroni: nella Lega sale la tensione

Umberto Bossi (D) e Roberto Maroni

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Nel Carroccio è tregua armata. Un cessate il fuoco che il Senatùr ha voluto ribadire ieri pomeriggio quando nella sede della Lega Nord in Via Bellerio a Milano ha incontrato Roberto Maroni. Un'occasione, come racconta l'ex ministro dell'Interno, «per fare due chiacchiere» ma che in realtà è servita per ribadire il dissenso al veto, poi ritirato, sui comizi pubblici ai quali Bobo non avrebbe più dovuto partecipare. Così Maroni è tornato alla carica non solo sottolineando la grande dimostrazione d'affetto che i militanti gli hanno manifestato in questi giorni, ma anche invitando il Capo a tenere conto della richiesta di congressi arrivata con forza dalla base. Proprio quella stessa base che ritorna anche nelle parole del principale avversario dell'ex ministro, ovvero il capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni, che si è detto convinto che «la base è incazzata con il governo Monti», non con i vertici della Lega. Ma se i panni sporchi sono per il momento tornati in casa, è certo che Maroni e i suoi sostenitori appaiono determinati ad andare avanti chiedendo i congressi nazionali (i leghisti definiscono così quelli regionali, ndr), in vista di quello federale che manca dal 2002. E proprio in questa direzione, Maroni sembra intenzionato a far valere la sua forza a livello locale. Infatti una delle armi che userà per sollecitarli viene proprio da quei direttivi provinciali che ad oggi sono a maggioranza "maroniana" e che, nei prossimi giorni, potrebbero avanzare richiesta formale di convocazione.   Le prime grane per il Senatùr, però, potrebbero arrivare ancora prima se trovassero rispondenza le indiscrezioni che vogliono il sindaco di Verona, il leghista maroniano Flavio Tosi, pronto a lanciare un laboratorio per sperimentare un'inedita alleanza tra una sua ipotetica lista civica e una compagine parte del Terzo Polo. Senza il Pdl, dunque. Contatti, riferiscono fonti parlamentari, che sarebbero già in corso tra Terzo Polo, lo stesso Maroni e il primo cittadino della città scaligera. Una prima effettiva risposta a quanto già annunciato dall'ex ministro: «Il Pdl ha fatto una scelta contraria alla nostra. Dato che noi siamo seri, le alleanze sul territorio precedenti non sono in discussione. Ma nel momento in cui ci sarà da decidere le nuove alleanze, sarebbe innaturale fare un'alleanza diversa da quella che esiste a Roma». Parole alle quali si aggiungono le attestazioni di stima e che assumono un maggior peso se completate da quelle del finiano Fabio Granata: «Lo vorremmo alleato per la legalità». Maroni intanto continua a galvanizzare il suo popolo onorando quegli inviti (320 nella sola Lombardia) che sezioni e amministratori leghisti gli hanno fatto arrivare: «Se li accetto tutti - ha scherzato - sono impegnato per 10 anni».

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