Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Dai forconi ai taxi. La piazza contro il Prof

La protesta dei taxi contro le liberalizzazioni

  • a
  • a
  • a

I camionisti siciliani in rivolta per il caro gasolio, i tassisti riuniti da giorni al Circo Massimo che bloccano le grandi città, i benzinai che annunciano un'intera settimana di sciopero. L'Italia è ferma. Sul tavolo del governo il decreto sulle liberalizzazioni (domani arriva in Consiglio dei ministri), e in piazza la protesta. «Monti non deve cedere. Se si lascia convincere da una categoria, la vorranno vinta tutte le altre» dicono i partiti, adesso che se ne stanno a guardare. SuperMario, dal canto suo, non demorde: «Malgrado le resistenze delle "corporazioni", una via italiana alle liberalizzazioni è possibile. E il governo andrà avanti, a 360 gradi», insiste sicuro, ammettendo di temere «più l'Europa che i tassisti». Sarà. Intanto il Paese non ci sta. La Sicilia accusa il colpo e si sente sotto scacco dopo la terza giornata di blocchi e cortei degli autotrasportatori dell'Aias, dei produttori agricoli del Movimento dei forconi e dei pescatori. «Forza d'urto» è il nome scelto per questa mobilitazione che ricorda quella durissima del 2000. Il leader della protesta Giuseppe Richichi, pur invitando alla calma, conferma che si andrà avanti fino a venerdì, quando si uniranno anche gli studenti autoconvocatisi attraverso Facebook. La rivolta si allarga a tappeto, con presidi e sit-in non autorizzati che si moltiplicano paralizzando snodi cruciali dell'Isola, attività commerciali, le raffinerie di Gela e Priolo e persino la raccolta dei rifiuti nel nisseno. Così, in realtà, la tensione resta alta. A dare manforte ai "padroncini", agli agricoltori e ai pescatori sono arrivati, infatti, anche i centri sociali, mentre è attesa per oggi l'incontro con il presidente della Regione. Pesanti gli effetti sulla popolazione, con le stazioni di servizio a secco in molte città, le file di automobilisti a caccia di benzina o gasolio e gli scaffali di numerosi supermercati vuoti. Continua - e si inasprisce contagiando, dopo Roma, Napoli e Genova, altri grandi città come Milano e Torino - anche la protesta dei taxi. Anche il secondo round tra tassisti e professori finisce infatti con un nulla di fatto, con i rappresentanti sindacali delle auto bianche che consegnano a Palazzo Chigi un documento unitario con le loro controproposte alle norme sulla liberalizzazione del settore e il governo che prende tempo rinviando l'incontro tra le parti a stamattina alle 12. «Sul tavolo non c'è nessuna trattativa, andremo avanti così», ripetono i tremila da giorni in assemblea permanente al Circo Massimo, (e oggi si ricomincia dalle 9 alle 19). Da un lato del tavolo, infatti, c'è la bozza dell'esecutivo sulle liberalizzazioni che prevede che sarà la nuova «Autorità per le reti» (prima «autorithy per l'energia») a determinare l'incremento del numero delle licenze, la possibilità per i titolari di averne più d'una, le nuove licenze part-time, la flessibilità di orari e tariffe e l'extraterritorialità. Dall'altra il documento unitario presentato dalle auto bianche: no alla doppia licenza, territorialità della stessa e sindaci che abbiano voce in capitolo determinante insieme alla Authority. E poi più posti di lavoro grazie all'introduzione della «doppia guida» e più ore di servizio per migliorare l'organizzazione sul territorio, questi i «paletti» dei tassisti. A sottoporre il documento stilato in assemblea, in serata arriva a sorpresa a Palazzo Chigi una delegazione sindacale. Per ora con l'esecutivo è tregua. Ma ad agitare la categoria è la decisione del prefetto di Roma di diffidare i tassisti, passo propedeutico ad una eventuale precettazione. In una comunicazione a Campidoglio e Questura il prefetto invita a «segnalare ogni disservizio che possa comportare l'interruzione di pubblico servizio con conseguente grave pregiudizio al diritto di libertà costituzionalmente garantito ai cittadini utenti». E per questo rappresentanti dei tassisti sono stati convocati dal Questore. La Prefettura di Napoli, invece, «dopo aver avviato, a partire dal 13 gennaio, d'intesa con le forze dell'ordine, la ricognizione dell'osservanza dei servizi essenziali», ha convocato per stamattina i rappresentanti delle cooperative dei taxi che operano sul territorio. «In caso di accertate violazioni dei servizi essenziali - si legge in una nota - si procederà all'adozione del provvedimento di precettazione». Solidarietà alla categoria arriva invece da Gianni Alemanno, da sempre sostenitore delle richieste dei tassisti. «Ho preso visione del documento unitario - dice il sindaco di Roma dopo avere incontrato i tassisti capitanati da Loreno Bittarelli del 3570 - sono proposte che rispecchiano le esigenze della categoria ma che sono in grado di migliorare questo servizio pubblico tutelando i bisogni dei cittadini utenti».

Dai blog