Rivolta sotto Palazzo Chigi
Sono pronti a mettere a ferro e fuoco Roma. Quello che è andato in scena ieri è solo un assaggio. Via del Corso bloccata da centinaia di tassisti, petardi e fumogeni lanciati davanti a Palazzo Chigi, i manifestanti in sciopero selvaggio che hanno preso a calci e pugni le auto dei colleghi in servizio. Il Circo Massimo invaso da centinaia di tassisti da tutta Italia, soprattutto napoletani. La frangia dura della protesta che ha preso il sopravvento sui «moderati». La battaglia contro la liberalizzazione è appena all'inizio. Anche ieri trovare un taxi in città e in aeroporto è stata un'impresa. Chi ha scelto di continuare a lavorare, ha dovuto fare i conti con chi ha deciso di scioperare. Il Circo Massimo ha cominciato a riempirsi verso mezzogiorno.Dopo le 14 erano più di mille. Un centinaio di tassisti, invece, si è posizionato davanti alla Galleria Sordi in attesa dell'incontro con il governo fissato per le 18. Un altro sit-in era stato autorizzato in piazza Santi Apostoli, ma è stato completamente disertato. I tassisti che erano al Circo Massimo alle 17 hanno deciso di muovere in massa verso Palazzo Chigi, e così hanno fatto. Alle 18 via del Corso era invasa dai conducenti delle auto bianche. Alle 19 i bus hanno smesso di passare. Un imponenete dispiegamento di forze dell'ordine ha evitato ulteriori disordini. Il cuore di Roma si è trasformato per tre ore in una curva da stadio. Mentre il governo incontrava le sigle sindacali, all'esterno i tassisti intonavano cori contro Monti e contro le liberalizzazioni. Uno era lo slogan principale: «Le licenze non si toccano», corredato da insulti al premier e a Bersani (il primo a tentare una «lenzuolata»). Il sindaco Alemanno ha tentato di fare rientrare nei ranghi la protesta: «È inammissibile che nascano manifestazioni spontanee non autorizzate di alcuni lavoratori del settore. Si tratta quasi esclusivamente di operatori provenienti da fuori Roma che stanno bloccando la città e minacciando i colleghi romani. Chiedo alla Questura di intervenire con la massima fermezza per difendere i tassisti romani e per evitare che persone estranee alla città creino difficoltà per la mobilità nella Capitale». Un appello inutile. I disagi alla città sono continuati e la rivolta non ha fatto passi indietro. Quando l'incontro con il governo è terminato, i rappresentanti sindacali hanno incontrato i lavoratori in strada. Ma gli animi ormai erano incandescenti. Il leader romano della cooperativa 3570, Loreno Bittarelli, è stato contestato duramente dai tassisti napoletani: «La dovete fare finita di lavorare. Basta, dovete scioperare tutti anche voi romani», gli hanno urlato. Poi la minaccia: «Bloccheremo Roma». A quel punto sono scoppiati anche tafferugli tra alcuni tassisti. Qualcuno aveva il volto coperto. Poi è tornata la calma. Oggi sarà un'altra giornata campale. La nuova adunata al Circo Massimo è fissata per le 10. I sindacalisti torneranno a trattare presentando una serie di controproposte. Se il governo le rigetterà sarà sciopero ad oltranza.