Il Papa benedice Monti: avete iniziato bene
«Avete cominciato bene, ma in una situazione difficilissima... quasi insolubile». Benedetto XVI accoglie Mario Monti, al suo "battesimo" vaticano da presidente del Consiglio, e dopo un breve scambio di battute, si lascia andare ad un giudizio sulla situazione dell'economia. Un giudizio che è anche un incoraggiamento «per un'azione difficile - ha poi spiegato il presidente della Sala Stampa Vaticana Federico Lombardi - che costa sacrifici, per fronteggiare la crisi economica: un impegno notevole anche dal punto di vista morale». Le parole del Papa sono il preludio a 25 minuti di "cordiale" colloquio a porte chiuse, nella Biblioteca di Benedetto XVI, durante il quale si è parlato di Europa, libertà religiosa nel mondo, crisi economica, problemi dell'Italia, disoccupazione, coesione sociale. Poi, Monti è sceso in seconda loggia, dove ha avuto prima un incontro a quattr'occhi con il cardinale, poi uno allargato insieme al sottosegretario vaticano per i Rapporti con gli Stati Ballestrero, poi uno in cui si sono inseriti i ministri degli Esteri Terzi di Sant'Agata e quello degli Affari Europei Moavero e il sottosegretario Catricalà. In tutto, Monti è stato in Vaticano per circa due ore. È arrivato alle 11 in punto, accompagnato dalla moglie Elsa, e da un seguito di una decina di persone: oltre ai ministri già citati, c'era l'ambasciatore italiano presso la Santa Sede Francesco Maria Greco, il segretario e il vicesegretario generale della presidenza del Consiglio, Manlio Strano e Federico Silvio Toniato (quest'ultimo ha preso il ruolo di Gianni Letta per quanto riguarda i rapporti con il Vaticano), e il consigliere ecclesiastico dell'ambasciata d'Italia presso il Vaticano monsignor Marco Ceccarelli. Dopo aver atteso un cenno del Pontefice in anticamera (da cui gode della «vista rara» della basilica vista da dietro), Monti entra in biblioteca, si siede di fronte al Pontefice. «Lei è appena stato in Germania...», esordisce il Papa. «Sì - risponde Monti - il tempo era brutto, ma il clima era buono». E poi il Papa commenta la situazione «quasi insolubile» che si è trovata ad affrontare il governo, che però - concede - ha «cominciato bene». «Era importante - replica il presidente del Consiglio - cercare di dare sin dall'inizio il segno di una certa determinazione». Inizia qui il colloquio a porte chiuse. Ma il tenore della discussione si può comprendere anche dai doni. Monti ha donato al Papa una riproduzione dell'Atlante nautico di Francesco Ghisolfi, fac-simile riprodotto dall'Istituto Poligrafico dello Stato, ma anche una copia del suo libro del 1992, «Il governo dell'economia e della moneta. Contributi per un'Italia europea». Un libro - spiega il premier - «sul governo dell'economia mondiale», i cui temi rispecchiano «lo spirito della nostra precedente discussione». Nello stesso anno in cui Monti dava la sua ricetta su come costruire un'Europa con «meno politica, più mercato» (seppur partendo dalla regolamentazione del mercato), usciva il libro «Una svolta per l'Europa». Il Papa ha ricambiato con l'ormai classica penna in legno che riproduce le colonne tortili del baldacchino di San Pietro del Bernini, e con una riproduzione di una stampa del Cinquecento che mostra l'aspetto di piazza San Pietro ai tempi della costruzione della cupola di Michelangelo.