Fumata nera sui taxi Oggi nuovo incontro
L'accordo non c'è. La partita tra "professori" e tassisti va ai tempi supplementari. Mentre la protesta delle auto bianche invade Roma e minaccia di bloccare tutta Italia, i rappresentanti sindacali ricevuti a Palazzo Chigi respingono le norme sulle liberalizzazioni della categoria illustrate loro a Palazzo Chigi dal segretario generale della presidenza del Consiglio, Manlio Strano, e ottengono dal governo un testo leggermente modificato rispetto alle bozze circolate negli ultimi giorni nel quale si attribuisce ai Comuni (e non più all'Authority), il potere di incrementare il numero delle licenze complessive e quelle rispetto al singolo tassista. La trattativa è ferma qui. Ora la parola passa ai tassisti. Stamattina il tavolo sindacale dovrà elaborare un documento che contiene le contropoposte della categoria da fare approvare all'assemblea unitaria che si riunirà al Circo Massimo e forse già nel pomeriggio il documento verrà consegnato al governo. Tutto rimandato, insomma. Solo oggi capiremo se si arriverà al muro contro muro che rischia di bloccare il Paese. I tassisti non intendono arretrare di un passo. «L'Italia è ferma se non si arriva a un accordo», ripetono a incontro in corso. Chi è fuori, al freddo, per ore nel bel mezzo di via del Corso, a intonare cori da stadio e strillare senza soluzione di continuità insulti e parolacce al governo «che vuole rubarci il futuro», non ha dubbi: chi è dentro, nelle stanze di Palazzo Chigi, seduto di fronte al segretario generale della Presidenza del Consiglio, non metterà sul tavolo «alcuna trattativa» sulle liberalizzazioni dei taxi. «Le licenze non si toccano», punto e basta. Quando il vertice finisce (sono le otto passate), i rappresentanti delle 23 sigle sindacali presenti si riversano in strada e cominciano a raccontare ai colleghi l'esito della trattativa. La tensione sale. Le notizie si diffondono rapidamente di bocca in bocca. La reazione è contrastata. Prima arriva un lungo applauso, poi dubbi e perplessità assalgono i manifestanti. «Abbiamo fatto un timido passo in avanti - afferma un tassista di Napoli - ma bisognerà aspettare le controproposte di domani per valutare meglio». «Siamo venuti fin qui in duemila - gli fa eco un collega partenopeo - domani saremo tutti al Circo Massimo a costo di dormire in macchina». Un po' più scettico un tassista romano, non pienamente soddisfatto dell'esito dell'incontro: «Di questi ormai non c'è più da fidarsi - dice riferendosi ai delegati sindacali - ma ormai siamo in pista e continueremo a ballare. La mobilitazione continua». Anche chi dell'incontro è stato protagonista, non sa bene se e quanto essere soddisfatto: «Ci hanno presentato un documento leggermente diverso da quello precedente in cui viene spostata al sindaco la decisione su territorialità e pluralità delle licenze. Per noi si tratta di un passo avanti», spiega Marino Masucci, delegato della Cisl. Non è d'accordo con lui il segretario nazionale di Unica Cgil Taxi Nicola Di Giacobbe: «Il governo mantiene le proprie posizioni in merito alle liberalizzazioni del nostro settore», lamenta . Loreno Bittarelli prova a essere ottimista: «Il governo si è detto disposto ad incontrarci di nuovo domani pomeriggio per valutare il testo che dobbiamo preparare per dimostrargli, dati alla mano, che la liberalizzazione del settore taxi non porta benefici in maniera concreta - racconta invece il presidente di Uritaxi e del 3570, - Abbiamo visto il decreto nella parte riguardante i taxi e ci sono tantissime cose da contestare, ma il governo ci ha chiesto di essere propositivi e di fare delle controproposte e si è reso disponibile ad ascoltarle e valutarle. Spero che elaboreremo una proposta unitaria», aggiunge riferendo che il governo sarebbe «disposto a fare una pausa di riflessione nel caso si valuti che le liberalizzazioni non servono».