Ex Nar gambizzato. Fermato un "camerata"
Sarebbe un "camerata" il mandante della gambizzazione dell'ex Nar e dipendente Atac Francesco Bianco. La sera del 2 gennaio, davanti a una bar di Tivoli Terme, vicino Roma, la vittima è stata lasciata a terra ferita a polso e gamba destra da due colpi di pistola calibro 7,65 sparati dai sicari arrivati in moto. Ieri mattina, al Tuscolano, il fermo e il trasferimento in carcere di chi avrebbe dato il via libera all'agguato. Si chiama Carlo Giannotta, 58 anni, responsabile di «Acca Larentia», ex sede dell'Msi dove nel '78 avvenne una strage a sfondo politico commemorata il 7 gennaio scorso. Il decreto è stato firmato dal procuratore di Tivoli Luigi De Ficchy, eseguito ieri all'alba. Spetterà al giudice confermarlo (o meno) trasformandolo in misura cautelare. A escludere che Giannotta fosse sul luogo del delitto sarebbero stati alcuni testimoni che hanno descritto gli aggressori di corporatura diversa dalla sua. E allora gli investigatori come sono arrivati a lui? Le ruggini tra Bianco e Giannotta sarebbero nate da tempo, la gambizzazione del primo potrebbe essere stata la regolarizzazione di un vecchio conto in sospeso decisa dal secondo. Oltre al fermo i carabinieri hanno eseguito alcune perquisizioni domiciliari. Una ha riguardato uno dei figli di Giannotta, Mirko, responsabile dell'ufficio Decoro ambientale del Comune di Roma, fratello di Fabio, già coinvolto nel 2006 nella tentata rapina alla gioielleria Bulgari in via Condotti. L'altra c'è stata nella sede di CasaPound, all'Esquilino, rione storico della Capitale, dove vivono 23 famiglie (circa settanta persone, di cui venti bambini). Un controllo al quale il presidente Gianluca Iannone ha opposto «resistenza passiva» e per questo è stato denunciato. Qual è stato il movente della gambizzazione? Il sospetto dei carabinieri del Gruppo di Frascati comandati dal colonnello Rosario Castello è che sia maturato attorno alle gestione "politica" della sede di Acca Larentia. Luogo simbolico per il popolo della destra e per il quale Giannotta poco avrebbe fatto. Lo dimostrerebbe un battibecco tra Bianco e Giannotta apparso non molto tempo fa sul social network facebook. Scrive l'ex Nar: «L'elicottero lo dovresti prendere tu, e sparire per sempre da quel luogo. Cambia tono quando ti rivolgi a dei camerati che vogliono soltanto onorare dei morti senza interessi di parte. Lì tu hai solo la funzione di portiere e se non ti piace più restituisci le chiavi. Mo me so' rotto il c...! Resto in attesa di qualsiasi chiarimento. Da fascisti però». Le indagini del Nucleo investigativo di Frascati non sono finite. I due sicari devono ancora essere identificati. Forse fanno parte dello stesso ambiente di Giannotta. Forse no. Ipotesi. I segugi di Frascati hanno risolto molti rompicapi. Quasi tutti quelli di cui si sono occupati. E sono vicini alla soluzione di quelli di cui si occupano ancora. Come il delitto di un altro ex Nar: Sergio Calore, 58 anni, ucciso a Guidonia nell'ottobre 2010. Ieri in tarda mattinata c'è stata una conferenza stampa nella sede di CasaPound. Spiega l'avvocato Domenico Di Tullio, legale di Iannone. «In effetti si pensava che si trattasse di uno sgombero. Ne aveva tutta l'aria. Per eseguire una perquisizione sono stati mobilitati i carabinieri di Frascati, della Compagnia Piazza Dante e perfino del Ros. All'alba sono comparsi cinquanta militari ma in realtà ne bastavano cinque». Insomma, il clima sarebbe stato da grande mobilitazione. Un'aggressione psicologica che CasaPound avverte sulla pelle. Lo spiega il vicepresidente Simone De Stefano: «Nonostante l'attenzione morbosa e spasmodica nei nostri confronti in questi ultimi tempi e nonostante si insinui continuamente che da parte nostra c'è eversione, terrorismo e volontà di combattere il sistema, noi - prosegue Di Stefano - vogliamo dimostrare la nostra intenzione di tornare a parlare di politica e delle tante cose che vengono taciute nel nostro Paese. Non saremo legati né a Zingaretti (presidente della Provincia di Roma, ndr) - ribadisce - secondo il quale non apparteniamo alla razza umana, né al sindaco Alemanno che ci ha dato degli scellerati». Poi incalza: «Da quando siede in Campidoglio, Alemanno non ha costruito neanche una casa popolare. Proprio la casa, la situazione degli affitti e l'edilizia popolare - ha annunciato in conclusione - saranno uno dei cavalli di battaglia del nostro programma».