Più di 40 mancano all'appello.
Siteme per loro. Già tre corpi sono stati trovati senza vita e si contano 70 feriti. A morire per annegamento, dopo che venerdì sera alle 21.40 la nave ha impattato contro una roccia che ha aperto uno squarcio di trenta metri sullo scafo, sono due turisti francesi e un peruviano membro dell'equipaggio. Il Procuratore di Grosseto, Francesco Verusio, che ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo, naufragio e disastro, ha arrestato il comandante Francesco Schettino. Alla partenza da Civitavecchia sulla lista passeggeri a bordo si contavano 3216 persone (più 1013 membri dell'equipaggio). Dopo l'incidente ne vengono censite 41 in meno, secondo l'unità di crisi della prefettura di Grosseto. Le forze dell'ordine, insieme con i dirigenti e l'equipaggio della Concordia, contano e ricontano i nomi della lista. Le ricerche continuano senza sosta. Anche perché dopo l'impatto di venerdì, avvenuto all'ora di cena, la nave si inclinata su un fianco in pochi minuti. E ora, dopo aver toccato il fondale del Giglio, è per metà sommersa. Si cerca anche lì sotto. Del resto, proprio a causa dell'inclinazione, le operazioni di emergenza per abbandonare la nave sarebbero state complicate. A ciò va aggiunto il panico che in un attimo, dopo l'impatto, ha travolto i passeggeri, tra i bimbi che hanno iniziato a piangere, gli adulti che pregavano e cercavano una risposta nel volto dell'equipaggio, un black out che ha amplificato la paura, e l'acqua che faceva breccia tra i piani bassi della Concordia. Scene da Titanic. Qualcuno durante l'evacuazione si è anche gettato in mare. Altri vi sono caduti. Molti hanno preso d'assalto le scialuppe (alcune si sono rovesciate) . E mentre da terra, dall'Isola del Giglio e da Porto Santo Stefano, partivano i soccorsi, la crociera «Profumo degli agrumi» nel Mediterraneo era già tragedia. Come è potuto succedere? Le cause del disastro sono tutte da appurare. La scatola nera della nave è stata recuperata dai vigili del fuoco e aiuterà gli inquirenti che stanno cercando di capire perché la nave era così vicina alla costa, perché era fuori rotta. Probabilmente si tratta di «errore umano». E mentre il ministero delle Infrastrutture avvia un'indagine, la Procura di Grosseto ha posto in stato di arresto il comandante della Concordia. FrancescoSchettino, 52 anni, dopo ore di interrogatorio, è finito in carcere (ci sarebbe anche un ufficiale indagato). Da subito il comandante si è difeso spiegando che «quella roccia non era segnalata sulla carta, non c'era, non doveva esserci». Lo ha ripetuto a memoria. Ma Schettino - che, secondo la compagnia, era sul ponte di comando al momento dell'incidente - sa bene che la sua versione fa fatica a tenere. E non è un caso se sull'isola più di un abitante ha detto che no, non è proprio vero, che «Le scole» - così si chiamano il gruppo di scogli dove è finita la corsa della Concordia - non ci sono sulle carte. «Sono tutte ben segnalate sulle mappe - ha spiegato Stefania Pini, titolare di un bar al porto - chi va per mare questo lo sa». Ma Schettino ha la sua versione: «Mentre camminavamo con la normale navigazione turistica ci siamo scontrati con uno spunzone di roccia che non era segnalato. Eravamo a 300 metri dagli scogli e quello sperone non doveva esserci». Per il procuratore, invece, Schettino «si è avvicinato molto maldestramente all'Isola del Giglio. Una manovra voluta. La nave ha preso uno scoglio che si è incastrato sul fianco sinistro, facendola inclinare ed imbarcare tantissima acqua nel giro di due, tre minuti». Al comandante, inoltre, non avrebbe avvertito la Capitaneria di porto subito dopo l'impatto e gli è contestato anche l'abbandono della nave. L'avrebbe lasciata alle 23.30, quando a bordo c'erano ancora delle persone da trarre in salvo. A difenderlo c'è la compagnia, che ha ammesso: una navigazione così vicina alla costa è anomala. «Sarà l'inchiesta a chiarire se si sia trattato di un guasto tecnico o di altro», ha detto Gianni Onorato, direttore generale Costa Crociere. «Le procedure di sicurezza ed evacuazione sono state eseguite nei tempi corretti, le norme sono state rispettate». Anche questo sarà appurato. Così come è certo che «in 64 anni di storia questo è il momento più tragico per Costa Crociere» ha ammesso il direttore. «Il nostro pensiero va alle vittime, alle loro famiglie, ai nostri ospiti e all'equipaggio. Quando saremo certi che tutti saranno a casa capiremo i motivi dell'incidente». Intanto, mentre la nave rischia di scivolare sempre più in basso, si continuano a cercare i dispersi. Anche sul fondo del Mediterraneo.