L'agenzia che passa al setaccio un debito di 32 mila miliardi di dollari
Madelle tre, Standard & Poor's è forse la più audace, e per questo spesso la più criticata. La prima, ad agosto, a compiere la mossa impensabile, tagliare il rating Usa, cancellando – come ha fatto oggi con la Francia – la preziosa tripla A. Le origini di S&P risalgono addirittura al 1860, quando Henry Varnum Poor pubblicò la «History of the Railroads and Canals in the United States», un volume che conteneva le informazioni operative e finanziarie di tutte le compagnie ferroviarie attive negli Stati Uniti: una guida mirata appunto a informare gli investitori sul reale stato di salute delle molte aziende che si affacciavano sull'enorme e promette mercato del trasporto su rotaia. Risale al 1906 la pubblicazione dello Standard Statistics Bureau, volume che a sua volta forniva informazioni anche su aziende di altri settori. Il boom di borsa degli Anni Venti dà un enorme slancio alle due compagnie che tuttavia, in anticipo rispetto al crollo dell'ottobre 1929, lanciano un allarme sulle quotazioni di Borsa, invitando i loro clienti a liquidare le azioni in loro possesso. Nel 1941 con la fusione fra Standard Statistics e Poor's Publishing nasce l'agenzia nella forma attuale, che nel 1957 lancia l'indice S&P 500, divenuto il punto di riferimento per tutti gli investitori di Wall Street. Nel 1966 la compagnia viene acquistata dal colosso dell'informazione finanziaria McGraw-Hill. La globalizzazione dell'economia si rispecchia nel potenziamento dell'attività di Standard & Poor's che elabora anche alcuni degli indici azionari più seguiti, dallo S&P 500 (che dal 1957 traccia l'andamento di Wall Street) allo S&P Global 1200 che copre 30 mercati, elaborando titoli che rappresentano il 70% della capitalizzazione globale di mercato. Ma S&P vanta anche unità di analisi di titoli e investimenti, su circa 2 mila titoli e una serie di fondi. Oggi S&P è un colosso con circa 10 mila impiegati, uffici in 23 paesi e un fatturato di 2,9 miliardi di dollari: ma il dato più impressionante è quello del debito sottoposto al rating di S&P in un centinaio di Paesi: pari a 32 mila miliardi di dollari, più del doppio del Pil degli Stati Uniti.