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I deputati rivogliono i giornali sportivi

Il biglietto anonimo di protesta

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Lunedì 9 gennaio 2012. Emeroteca di Montecitorio. La luce delle poche abat-jour verdi appoggiate sui lunghi tavoli di legno scuro illuminano la stanza quel tanto che basta per permettere ai deputati di leggere i quotidiani. Il Tempo, il Corriere della Sera, Repubblica, il Giornale di Vicenza, il Guardian e alcune copie di quotidiani free press spiccano tra tutti gli altri. Poi lo sguardo cade su un foglio di carta scritto a mano. L'intestazione è quella della Camera dei Deputati e, solo avvicinandosi, si capisce che si tratta di una busta sulla quale un anonimo deputato, armato di penna blu, aveva appena lanciato la sua singolare protesta: «Perché al mattino del lunedì non si trova mai un giornale sportivo? Che ne dice il responsabile del settore»? Un messaggio scritto in stampatello. Nessuna firma e nessun segno di riconoscimento. Solo il gesto di stizza di un parlamentare-tifoso che, arrivato con un giorno di anticipo alla Camera rispetto all'apertura ufficiale dei lavori d'Aula, sperava di poter leggere i commenti e le ultime notizie sulla sua squadra del cuore. Speranza disattesa e che, a sentire gli uffici amministrativi della Camera, lo rimarrà per sempre dato che la decisione di non rinnovare gli abbonamenti ai quotidiani sportivi è stata presa dal collegio dei Questori di Montecitorio in un'ottica di razionalizzazione delle spese del Palazzo.   A spiegare come stanno le cose ci pensa proprio uno dei questori, il deputato del Pdl Antonio Mazzocchi: «Ma come è possibile che qualcuno, nel momento in cui l'opinione pubblica ci chiede di fare dei sacrifici, voglia pure il giornale sportivo. Dobbiamo risparmiare e quindi stiamo tentando di convincere i nostri amici deputati di fare gli abbonamenti iPad che costano meno del prezzo di copertina. Poi, me lo lasci dire, chi è patito di sport può anche comprarselo quel giornale sportivo». Ma il tema delle "mazzette tagliate" sta veramente mettendo in agitazione quei tanti funzionari, consiglieri parlamentari e addetti agli uffici che si sono ritrovati dimezzato il numero di testate a disposizione. Ma, come racconta il blog Il Cicalino sul quale scrivono molti assistenti parlamentari, oltre al "danno" dei tagli c'è anche la "beffa": «La mazzetta ridotta si è presentata diversa anche in termini di contenuto: alcuni quotidiani sono stati sostituiti da altri giornali senza che il destinatario potesse scegliere quale giornale mantenere. Chi sia stato il "dotto" selettore di "testate" è difficile capirlo. Roba da infarto al miocardio. E, - conclude il blog - se con le festività qualcuno ha mangiato troppo, alla dieta ci pensano Questori...». Questione confermata da Mazzocchi che spiega: «Abbiamo fatto in modo che tutti gli aventi diritto della famosa "mazzetta", sono al massimo una cinquantina di persone, al posto di avere l'abbonamento a sette giornali lo potranno richiedere al massimo per 4. Se poi proprio non riescono a stare senza gli altri tre viene data loro la possibilità di fare, gratuitamente, l'abbonamento per l'iPad».

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