«Era un regalo speciale, voleva la suite migliore»
Fasolo un po' di confusione sull'estate in cui sono avvenuti i «soggiorni regalati» e quasi si scusa: «Sa sono passati alcuni anni e ora non ricordo con certezza se fosse il 2007 o il 2008, ma agli atti dell'inchiesta c'è tutto perché ho consegnato tanti documenti ai carabinieri quando sono stato interrogato su mandato della procura di Firenze». I soggiorni pagati da Piscicelli a Malinconio fanno di Roberto Sciò l'albergatore più famoso d'Italia e danno al suo hotel super esclusivo, il Pellicano di Porto Santo Stefano, una notorietà diffusa, mentre finora era conosciuto solo da vip e facoltosi di tutto il mondo. «Certamente ricordo quanto accadde. Francesco Piscicelli mi chiese di trovare una suite per Malinconico. Non era facile eravamo in overbooking e potetti accontentare quella richiesta solo per la rinuncia di un cliente». Sciò non sapeva chi fosse quel cliente che stava tanto a cuore a Piscicelli. «Lo scoprii al secondo soggiorno: è una persona molto gradevole». Ma già dalla prima permanenza l'albergatore capì che per l'imprenditore, conosciuto mesi prima, quella vacanza pagata «non era una delle tante che qui avvengono per vari personaggi». «Piscicelli mi chiedeva attenzioni particolari, pretendeva la suite migliore. Mi ricordo che mi inviò un fax con indicati i giorni del soggiorno perché voleva per lui proprio il meglio. Intuii, ma era facile, che quello era un soggiorno regalato di taglio speciale». Il proprietario dell'hotel non indagò, da un punto di vista commerciale, fa intuire Sciò, non era importante. «Per me Piscicelli era un costruttore che aveva bisogno di far bella figura con questa persona. Solo dopo l'inchiesta sugli appalti legati al G8 ho capito chi fosse». Nelle intercettazioni c'è la frase «diamoci una mano» di Sciò a Piscicelli che può far pensare ad una complicità tra i due. «Non pensate male - dice l'albergatore - è una frase pronunciata con goliardia». Al Pellicano la qualità e la tutela estrema della privacy sono le stelle polari del servizio. «Preferirei non avere questo tipo di pubblicità - commenta Sciò - tutto questo è una noia che crea disagio all'albergo. Non dico di essere una vittima, ma avrei preferito che tutto questo parlare dell'albergo non ci fosse stato. Una vicenda come questa è in controtendenza con il nostro stile di operare».