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Due trame un solo destino

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Due fatti fotografano in una giornata la situazione di una nazione che ha un disperato bisogno di una nuova classe dirigente. Le vicende di Nicola Cosentino, ex sottosegretario all'Economia nel governo Berlusconi, e Carlo Malinconico, sottosegretario «tecnico» dell'esecutivo Monti sono lontanissime, eppure sono elementi dello stesso scenario. L'Italia deve trovare uomini e donne che consentano un salto generazionale e mettano fine a pratiche consociative che sono diventate la prassi per fare carriera e trarre vantaggi economici. Le storie di Cosentino e Malinconico mi sembrano esemplari, sono il risultato di un certo modo di condurre la battaglia partitica. Quella del campano è la classica vicenda del potentissimo politico locale che si ritrova sulla scena nazionale, la domina con la spregiudicatezza di chi è abituato a contare i voti e non farsi troppe domande sull'origine del consenso. Quella del tecnico è la storia invece del professionista dell'establishment che perde di vista il suo ruolo. E anche l'evidenza che quando la generosità si traduce in soldoni, non sempre è disinteressata e che se ti pagano le vacanze devi chiederti se questo fatto può essere usato - a torto o a ragione - un domani contro di te, i tuoi amici e familiari. Nessuno è perfetto, ma accettare un incarico di governo significa anche avere la capacità di guardarsi dentro e trovare per ogni propria «ombra» o «debolezza» - grande o piccola - una risposta pronta in grado di reggere a una battaglia politica fatta di ruvidezze, colpi alti e bassi, senza pietà. Il Parlamento e il governo non sono luoghi dove ci si trastulla con l'uncinetto, ma il ring dello scontro tra amico e nemico. Vinci o perdi. In piedi o al tappeto. La vicenda di Malinconico per Monti è un duro colpo. Da ieri l'esecutivo dei «tecnici» è tornato sulla terra, si è umanizzato, la superiorità antropologica del non politico è sfumata. La grana giudiziaria di Cosentino invece ha spaccato il centrodestra dell'era berlusconiana: un ritorno dell'asse tra Pdl e Lega è quasi impossibile. S'infrange il sogno del Nord. Fine della storia esemplare. Il politico e il tecnico, due trame, un solo destino: l'uscita di scena.  

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