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Il Pdl ha fatto un buon lavoro. Non finisca sotto i Suv di Cortina

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Domanda al Popolo della Libertà: sulla guerra all'evasione fiscale da che parte state? Con chi vuol riportare alla fisiologia una patologia che vale il 18 per cento del Pil, cioè 270 miliardi; oppure, visti i vincoli di bilancio che lo stesso governo Berlusconi ha meritoriamente introdotto, a fianco di furbi e furbetti anche al prezzo tra un po' di dover di nuovo aumentare Irpef, Iva e bolli degli onesti? È importante saperlo, perché la “tax compliance”, il corretto rapporto tra cittadino e Stato per ridurre la pressione fiscale, è un cardine di ogni politica liberale e moderata: non della sinistra che aumenta le tasse per finanziare le spese. E, se la memoria non ci inganna, era anche la parola d'ordine di Silvio Berlusconi. Non ha forse vinto campagne elettorali promettendo meno tasse per tutti, con il sottinteso che tutti pagassero il giusto? Non era stato ancora lui a chiedere ai governi dei vari Visco e Prodi di battere l'evasione con il conflitto d'interessi fiscale (che a noi è sempre sembrato più serio di quello televisivo), cioè portando in denuncia dei redditi fatture e ricevute, come in molti paesi anglosassoni? Ma se le fatture non si pretendono e non si danno, di quale conflitto stiamo parlando? E non erano stati il Cavaliere e Tremonti a mettere nero su bianco un taglio di aliquote finanziato dal contrasto ad evasioni, elusioni e privilegi? E soprattutto non è quel centrodestra ad esibire i migliori risultati di sempre recuperando oltre 70 miliardi di tasse evase e contributi? Ma davvero pensate che valga la pena di sacrificare tutto questo per qualche proprietario di Suv a Cortina ed un blitz sì spettacolarizzato e buono come deterrente, ma che non merita il diluvio di indignate dichiarazioni di queste ore? Nessuno di voi può ignorare che la lotta all'evasione è il pre-requisito di una seria politica di bilancio e l'unica via per ridurre le tasse. Ripetiamo: sono parole di Berlusconi e Tremonti. Allo stesso modo non ignorerete che l'evasione italiana è la seconda d'Europa, guarda caso dietro la Grecia. Impegnarsi ad invertire questo andazzo è un vostro preciso dovere anche politico, se volete coltivare qualche chance di vittoria nel 2013. Sostenere chi lo fa, certo correggendo errori e protagonismi ma lasciando perdere le denunce di «stato di polizia», è segno che ancora avete una ricetta economica diversa dalla sinistra. Una ricetta liberale: il motto della rivoluzione americana «No taxation without representation» si legge infatti anche al contrario.

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