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Quel Pdl che difende 42 evasori fiscali

Il direttore dell'agenzia delle Entrate Attilio Befera

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L'ultimo suicidio del Pdl si chiama lotta all'evasione. Da giorni esponenti del partito di Berlusconi si stanno scagliando contro l'Agenzia delle Entrate e contro il suo direttore, Attilio Befera. Motivo di tale sassaiola (verbale, sia chiaro) è il blitz messo a punto in quel di Cortina nei giorni finali dell'anno. «Roba da Grande fratello», «Siamo su un pericoloso crinale», «Non fomentate l'odio sociale», «Metodi da polizia fiscale» sono alcune delle frasi pronunciate da berlusconiani di vario rango. Su tutte svettano le parole di Fabrizio Cicchitto, che è arrivato persino a dire: «Operazioni come quelle fatte a Cortina con controlli a tappeto rispetto a tutta un'area perché presumibilmente popolata in queste vacanze da ricchi sono del tutto inaccettabili e chiaramente ispirate ad una concezione ideologica del controllo fiscale». Frasi che sorprendono sebbene poi corrette nei giorni successivi dallo stesso Cicchitto che ogni giorno tira la sua sassata contro Befera in quella che è diventata una battaglia personale. Stupisce perché Cicchitto non è nato ieri, fa politica da una vita, è un moderato, non è uno sprovveduto. Soprattutto è il capogruppo del Pdl alla Camera, è uno dei principali leader. Insomma, quando parla lui parla il primo gruppo parlamentare presente in Parlamento. Parla il Pdl, e c'è da ritenere che anche il segretario Angelino Alfano sia in accordo con lui come certamente lo è Silvio Berlusconi. E si tratta di una posizione incomprensibile. Il Pdl sta facendo le barricate per difendere 42 possessori di supercar che dichiaravano al Fisco meno di 30mila euro lordi di reddito a fronte dei milioni di italiani che pagano regolarmente le tasse. Certo, la lotta all'evasione piace quando colpisce gli altri. E Cortina, oltre ad essere governata dal Pdl, è presumibilmente frequentata da persone che appartengono a fasce sociali che guardano più al centrodestra che altrove. Tuttavia sarebbe più logico che il partito che vuole rappresentare la maggioranza degli italiani chieda di scovare altri evasori. Di continuare sulla linea intrapresa. Magari di compiere blitz analoghi anche a Capalbio, frequentata da big della sinistra radical chic. Oppure di stanare quell'immonda evasione fiscale compiuta da orde di immigrati che partono all'assalto delle spiagge italiane, in particolare sui litorali laziali: sarebbe anche un modo per assestare un bel colpo alla criminalità organizzata. Ma soprattutto ancora non si capisce perché il Pdl continui a farsi dare del fiancheggiatore di quelli che non pagano le tasse. E al contrario non si intesti la lotta all'evasione che proprio con il governo Berlusconi ha ottenuto i suoi risultati record. Nel 2010 Agenzia delle Entrate, Inps ed Equitalia riuscirono a riscuotere quasi il valore della manovra di Monti; precisamente la cifra boom di 25 miliardi di euro. Di cui 10,4 miliardi arrivavano dal lavoro della società diretta da Befera, con un incremento del 15% rispetto al 2009. Quest'anno (quasi undici mesi con il Cav al governo) la stessa cifra dovrebbe arrivare a quota 11,5. Un fiore all'occhiello. Una medaglia che il Pdl potrebbe tranquillamente mettersi al petto. Dal 2006, anno in cui con una legge votata bipartisan (anche da Forza Italia e An) la riscossione è tornata in capo allo Stato, la lotta all'evasione ha registrato un +170%. Sei anni per 4 dei quali Berlusconi era al governo e ha voluto anche uno spot che definiva l'evasore un parassita della società. Eppure, il Pdl preferisce scopiazzare la Lega che difende quattro ladri delle quote latte piuttosto che proteggere i seimila produttori italiani. In gran parte padani. E poi si stupiscono che perdono voti. In tutta Italia.

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