Liberalizzazioni, il ministro Passera: un decreto al mese

Subito il piano crescita e i soldi non si troverano certamente con nuove tasse. Lo assicura il ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture, Corrado Passera che dichiara che il Governo andrà avanti sulla strada delle liberalizzazioni con un decreto al mese. Sulle liberalizzazioni "abbiamo già cominciato, rafforzando l'Antitrust e aprendo ulteriormente il settore del commercio. Andremo avanti. Ogni mese". Un decreto al mese? "Anche più di uno, non solo sulle liberalizzazioni ma su tutti i temi della crescita. Apertura dei mercati, lotta ai blocchi e alle rendite di posizione, aumento della concorrenza. A parole sono tutti d'accordo, tranne quando - sottolinea Passera - viene toccato il proprio settore. Per questo procederemo in ogni campo: gas, energia, commercio, trasporti, professioni. Ogni cosa fa parte del progetto per creare crescita sostenibile. Tutti dovranno fare la loro parte». Passera esclude poi un'altra manovra: "No. Finito. Quel che c'era da fare è stato fatto. Per finanziare il piano crescita dovremo ridurre i costi degli apparati pubblici; e di spazio ce n'è tanto. Solo nel mio ministero, nell'ambito delle strutture di mia pertinenza, abbiamo realizzato tagli per il 35%. Ci sono sprechi da ridurre, abusi da sanare: pensiamo solo alle false pensioni di invalidità. Useremo meglio i fondi europei: con il ministro Barca abbiamo recuperato quasi tre miliardi per il Sud. Troveremo risorse con privatizzazioni e dismissioni. E con il recupero dell'evasione fiscale".   Il piano per la crescita che il governo si avvia a varare prevede "cose molto concrete. Per favorire l'innovazione, la revisione del sistema degli incentivi. Per stare accanto alle aziende che stanno salvando l'Italia grazie alle esportazioni, già c'è il nuovo Ice (Istituto per il commercio con l'estero), ma aiuteremo in molti altri modi - sottolinea Passera - le nostre imprese a stare sui mercati internazionali. Faremo sì che venga saldato lo scaduto dei pagamenti privati e pubblici: 60-80 miliardi di debito forzoso che gravano sulle imprese e stanno diventando un peso insopportabile". Inoltre "in breve tempo - spiega il ministro - adotteremo la direttiva europea per cui tutti i pagamenti devono avvenire entro 60 giorni. Stiamo lavorando su vari modi alternativi per smaltire l'accumulato, senza intaccare gli obiettivi di contenimento di deficit e debito pubblico: servirà probabilmente la collaborazione della Cassa depositi e prestiti e delle banche, ma un modo va trovato velocemente. Compresi i pagamenti in Bot". Il governo vuole mettere "più soldi in tasca a chi ha i redditi più bassi, in cambio di maggior produttività per le aziende. E dobbiamo semplificare, snellire l'enorme costo burocratico che grava sulle imprese che vorrebbero investire, crescere, nascere". Quando parla di privatizzazioni pensa anche a Eni, Enel, Finmeccanica? "Pensiamo per il momento - risponde Passera - a un patrimonio di immobili, crediti, concessioni ancora da valorizzare. Pensiamo alle municipalizzate, al trasporto pubblico locale, alle miriadi di piccole aziende frammentate e inefficienti, che devono essere accorpate, quotate, messe in condizioni di partecipare ad aste aperte, di stare sui mercati e competere con i migliori operatori esteri".