Il Professore cambi canale
Qual è lo scopo del governo Monti? Battere il partito dello spread, mettere al sicuro i conti pubblici, far ripartire la crescita economica e gestire l'ordinaria amministrazione della Repubblica. È questa la missione dell'esecutivo nato dallo «stato d'emergenza», ben delineata nelle dichiarazioni programmatiche del presidente del Consiglio quando prese la fiducia alla Camera e al Senato. La privatizzazione della Rai fa parte di questo programma? Non credo. Siamo tra i più sinceri e disinteressati sostenitori della necessità di un governo di transizione, ma proprio per la sua natura particolare (Monti ieri da Fazio l'ha definito «strano») la scadenza temporale precisa (primavera del 2013) e il mandato definito (evitare l'insolvenza dell'Italia) deve usare una millimetrica prudenza nell'affrontare temi che si allontano dall'agenda di governo e sono materia parlamentare. Per questo la neutralità governativa espressa sulla legge elettorale deve valere anche per l'informazione pubblica. È la legge di riforma del 1975 a far passare la Rai dal controllo del governo a quello del Parlamento. La legge è da riscrivere, ma su questo punto è valida, soprattutto se crediamo nel servizio pubblico. Annunciare un intervento sulla tv di Stato significa cambiare un equilibrio che - piaccia o meno - è stato funzionale alle forze politiche di ieri e a quelle di oggi che sostengono l'esecutivo. Non le leggi ma la tecnologia ha cambiato lo scenario televisivo e aperto le porte a un mercato con tre giganti: Rai, Mediaset e Sky. Viale Mazzini ha circa il 41 per cento degli ascolti e il 24 per cento della pubblicità (per legge ha un tetto di raccolta), con il canone evaso (circa 300 milioni) sarebbe il primo operatore del settore. Aprire il mercato non è facile. Perchè tecnologia, consumo dei media e costume sono asimmetrici. Ne abbiamo visto i pregi - e i difetti - con il digitale terrestre: aumento dell'offerta da un lato, ma polverizzazione degli ascolti e calo delle tariffe pubblicitarie tv a danno di altri settori, primo fra tutti quello dei giornali. Agire con lenti ideologiche è un errore. Pensare di farlo bypassando il Parlamento è letale. Il governo ha cose più urgenti da fare e vogliamo che termini la sua missione. Monti cambi canale.