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Dal Cav al Prof. Ma è stangata

L'ex premier Silvio Berlusconi (s) con il neo presidente del Consiglio Mario Monti (di spalle)

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Chi ci ha stangato di più con le tasse, Silvio o Mario? E soprattutto: di quanto aumenta la pressione fiscale per effetto della correzione dei conti complessivamente operata dai due governi? Le risposte arrivano da uno studio elaborato da Eutekne.info sull'ammontare complessivo della correzione dei conti attuata dalle diverse manovre che si sono susseguite nel secondo semestre del 2011. Secondo i calcoli dell'ufficio studi dell'ordine dei Commercialisti per il 2012 l'incremento è di 239 punti percentuali: si passa da una pressione fiscale che, prima di luglio 2011, era attesa per quell'anno in misura pari al 42,71 per cento, ad una pari al 45,09. Per l'anno 2013 l'incremento è di 310 punti percentuali: si passa da un valore che, prima di luglio 2011, era atteso per quell'anno in misura pari al 42,56 per cento, ad una pressione fiscale attesa oggi del 45,66%. Per l'anno 2014 l'incremento è di 309 punti percentuali: da 42,43 per cento, atteso prima di luglio 2011, al 45,52 per cento di oggi. Torniamo, quindi, alla prima domanda. Ovvero a quanto di questo aggravio della pressione fiscale è riconducibile alle scelte operate sotto il governo Berlusconi e quanto a quelle operate sotto il governo Monti. Per quanto riguarda il 2012, su 239 punti percentuali di incremento della pressione fiscale, 132 (55,51% dell'aumento) sono riconducibili alle scelte operate sotto il Cavaliere e 107 (44,49% dell'aumento) sotto Monti. Per il 2013, su 310 punti percentuali di incremento della pressione fiscale, 224 (72,43% dell'aumento) sono riconducibili alle scelte operate sotto il governo Berlusconi e 86 (27,57% dell'aumento) sotto il governo Monti. Per quanto riguarda infine il 2014, su 309 punti percentuali di incremento della pressione fiscale, 237 (76,69% dell'aumento) sono riconducibili alle scelte operate sotto il governo Berlusconi e 72 (23,31% dell'aumento) sotto l'attuale Esecutivo. Tradotto: buona parte dell'aumento della pressione fiscale è già riconducibile alle manovre varate dall'ex premier. Con la differenza che con Monti la stangata decorre già dal 2012 mentre gli aggravi decisi da Tremonti erano stati collocati tra il 2013 e il 2014. In sostanza l'aumento della pressione da parte del fisco va equamente diviso: all'inizio pagheremo le imposte targate Monti e poi dovremo fare i conti anche con quelle di chi lo ha preceduto. Il risultato è un incremento della pressione fiscale senza precedenti: sul 2012, si passa dal 42,7% atteso ante luglio 2011 al 45,1%; sul 2013, dal 42,6% al 45,7%; sul 2014, dal 42,4% al 45,5%. Il verdetto è impietoso e prescinde dai confronti: si continua a correggere i conti pubblici, prediligendo gli aumenti delle imposte ai tagli di spesa, ossia la strategia più recessiva tra le due percorribili.

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