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Senza l'Italia non c'è l'Europa

Il premier Mario Monti

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L'economia americana in dicembre ha creato duecentomila nuovi posti di lavoro e il tasso di disoccupazione è sceso all'8,5 per cento. È agli Stati Uniti che bisogna guardare per capire il nostro futuro. E se ci solleviamo dal grigiore degli euroburocrati, vediamo che le opportunità di ripresa ci sono. Occorre prudenza, i dati forse non esprimono ancora una tendenza consolidata, ma l'America non è più l'epicentro della crisi, la politica fiscale di Obama comincia a funzionare e potrebbe aprire una nuova fase economica globale. Molto dipenderà dall'Unione Europea e non a caso i timori di Washington sono tutti puntati su Bruxelles e... Roma. Il vertice di Monti con Sarkozy a Parigi per ora è una stretta di mano. Cambiare le regole europee per far ripartire la crescita e mettere i tedeschi sulla linea della ragione è un altro film e per l'Italia c'è una trama ancora tutta da scrivere. Gli Stati Uniti, preoccupati da un contagio della crisi del debito europeo, vorrebbero consegnare l'Italia alle cure del Fondo Monetario Internazionale. I disegni della Casa Bianca sono comprensibili, ma la realtà sociale del Paese non è ancora pronta a sostenere una ricetta dura come quella del Fondo. Si può fare e bisogna fare altro. Tanto per cominciare chiudere la stagione della Banca centrale europea «irresponsabile» della crescita economica del Vecchio Continente. La Bce è autonoma quanto si vuole, ma non dagli Stati che guidano e finanziano l'Unione. A Francoforte non c'è un totem, ma un'istituzione al servizio dei governi dell'Europa. Che sia Mario Draghi a guidarla è confortante. L'ex governatore di Bankitalia è un banchiere che ha l'esperienza giusta. Conosce i problemi del debito sovrano e dell'economia pubblica (è stato direttore generale del Tesoro), ha la giusta visione e dimensione del modo di ragionare degli americani e del mercato finanziario (era in Goldman Sachs), sa come trattare con gli altri banchieri centrali e il board che governa la Bce e soprattutto è un italiano e questo, a dispetto di quel che pensano i parrucconi di Eurotower, in realtà è un vantaggio perché la storia dice che nei momenti difficili gli italiani sono imbattibili. È per quello che ho fiducia nel futuro e in questo 2012 appena iniziato. Dall'America giungono buone notizie e la Germania non potrà continuare a lungo a ignorare la realtà. La signora Merkel alla fine dovrà accettare il dato di fatto: senza gli Stati Uniti non c'è l'Occidente e senza l'Italia non c'è l'Europa.

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