Unicredit affonda In fumo 3,5 miliardi
Iltitolo, bloccato al ribasso più volte, sprofonda e cede il 17,27% a 4,48 euro toccando i livelli di settembre 1992. In due sedute sono andati così in fumo oltre 3,5 miliardi di euro in capitalizzazione. La Consob ha avviato accertamenti sull'andamento del titolo. La Commissione intende verificare se ci siano state violazioni della disciplina sulle vendite allo scoperto introdotta nei mesi scorsi e tuttora in vigore. Intanto, l'ad Federico Ghizzoni spiega che con l'operazione da 7,5 miliardi di euro, «a inizio febbraio, con la conclusione della ricapitalizzazione saremo leader in Europa per capitale e liquidita. Partire per primi credo sia un vantaggio - sostiene il manager - Credo che la nostra operazione sarà un test importante per l'intero mercato bancario europeo». «Siamo fiduciosi - aggiunge - che i soci, anche tenendo conto del vantaggioso prezzo dell'operazione, sottoscriveranno. Anzi, mi auguro che questa quota aumenti», e poi si spinge oltre affermando: «crediamo che una buona parte dell'aumento possa considerarsi già prenotato». Alcuni dei soci storici si sono di fatto già impegnati a sottoscrivere l'aumento complessivamente fino al 24% delle azioni oggetto dell'offerta. Tra questi Allianz, Carimonte, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, CrT (che da sola sborserà 316 milioni), Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e il consigliere Luigi Maramotti copriranno una percentuale del 10,68. Altri azionisti, pur non avendo assunto degli impegni vincolanti, hanno avviato le procedure per seguire l'offerta in opzione sottoscrivendo fino ad un massimo di circa il 10%. Tra le fondazioni Cariverona, maggior socio italiano, ha deliberato di sottoscrivere una quota del 3,51% sul 4,2% che detiene. Mentre la trevigiana Cassamarca (0,7% del capitale) ha convocato per il prossimo 17 gennaio il cda per decidere se partecipare all'aumento e in che misura.