Mantovano: Capitale a statuto speciale anche per la sicurezza
Romaè diversa da tutte le altre città italiane. Ha bisogno di uno statuto speciale anche per la sicurezza». Alfredo Mantovano, ex sottosegretario al ministero dell'Interno, dopo l'ennesimo episodio di violenza che ha sconvolto la Capitale, torna a ribadire quanto denuncia da mesi. Nel 2011 Roma è stata la Capitale della violenza con 33 persone uccise. Cosa sta succedendo? «Quello che sta succedendo è qualcosa che non inizia 24 ore fa, con il terribile omicidio di Tor Pignattara, ma almeno un anno fa. Sono episodi non ascrivibili a una criminalità di stampo mafioso. Piuttosto a una criminalità di basso profilo che cerca di supplire alla propria scarsa consistenza con l'efferatezza dei gesti criminali». Lei ha più volte lamentato una carenza negli organici delle forze dell'ordine di Roma. Adesso arriveranno altri uomini... «Il problema è che Roma - in quanto Capitale - deve garantire le scorte ai politici, ai rappresentanti delle istituzioni, ai magistrati. Persone che magari vengono in città per alcuni giorni, per un convegno o chessò io, ma che devono essere tutelate. E poi ci sono le manifestazioni di piazza. Frequenti come in nessun'altra città. Con le esigenze connesse che sono aumentate perché cresciute sono le ragioni della protesta. In tutte queste occasioni vengono sottratti degli uomini al normale controllo del territorio. Per questo serve un piano speciale per Roma Capitale». C'è il «Patto per Roma sicura»... «Qualcosa è già stato fatto. Si sta procedendo con la mappatura delle aree a rischio, ci sono delle zone critiche. Bisogna poi rivedere la disposizione dei presidi di sicurezza: ce ne sono troppi al centro e troppo pochi nelle aree periferiche. Ed è in queste zone che si concentra questo tipo di criminalità. Sono i terreni su cui lavorare per avere un maggior controllo del territorio». La sinistra ha già dato la colpa ad Alemanno anche per questi ultimi due omicidi. Che ne pensa? «Mi ero illuso. Avevo visto Emanuele Fiano, responsabile sicurezza del Pd, condannare la violenza senza strumentalizzarla. Adesso sento che i democratici che sono all'opposizione in Campidoglio danno addosso al sindaco e non perdono l'occasione per buttarla in demagogia. Sono divisi anche su questo». Alemanno, però, ha puntato la campagna elettorale del 2008 proprio sulla sicurezza. In cosa ha sbagliato il sindaco? «La campagna elettorale ha avuto una componente significativa - non certo l'unica - nella sicurezza, è vero. Ma pur evidenziando precedenti profili di insicurezza Alemanno ha avuto cura di inserire nel programma l'eliminazione di aree che si prestano a "coltivare" la criminalità, come i campi nomadi abusivi. Queste sono le competenze del sindaco, non certo la prevenzione degli omicidi. Dei passi in avanti, in questo senso, sono stati fatti».