I furbetti non abitano solo da noi
La Guardia di Finanza ha fatto un salto a Cortina. Una spruzzata di controlli fiscali nella neve delle vacanze di Natale. È saltato fuori di tutto e, francamente, da queste parti nutrivamo pochi dubbi. Si fa un gran parlare del malcostume del Palazzo, ma poi si girano le chiavi sul cruscotto della supermacchina e rombando la dichiarazione dei redditi non basta neppure a fare il pieno di benzina. A differenza dei demagoghi, penso che guadagnare soldi sia una bella attività, piuttosto divertente e salutare per il Paese, fa girare l’economia, ma se qualcuno poi non ci paga le tasse, allora al contribuente onesto gira qualcos’altro. Serve un esame di coscienza (e dei redditi) di ciascun italiano. Non siamo perfetti, ma dobbiamo migliorare il nostro costume nazionale senza retorica, bandendo l’esterofilia, perché le cose oltre confine non vanno meglio. Vedo già il primo parruccone alzare il ditino e dire che «... in Svizzera queste cose...». Stop, il cattedratico che sdottoreggia sui quattro cantoni lo mandiamo dietro la lavagna. Probabilmente non conosce la storiella molto edificante della moglie del governatore della Banca centrale svizzera beccata a speculare tra franco e dollaro per la modica cifra di mezzo milione di euro. Tutto regolare, dice lei, che in passato faceva il trader sul mercato del Forex e quindi conosce la materia. Peccato che l’operazione sia avvenuta prima di una manovra che le ha consentito di realizzare una plusvalenza sulla vendita di dollari. Tutto casuale, per carità. Pensate se fosse accaduto in Italia... Ma il professionista dell’obiezione non si darà per vinto e incassata la faccenduola elvetica solleverà l’indice ancor di più e dirà «...è un’eccezione e poi in Germania...». Alt. Fermi tutti. A Berlino è in corso uno psicodramma mica da ridere. Il presidente della Repubblica, il signor Wulff, è immerso in un affaire tutto da gustare. Si è fatto prestare dei soldi da due ricchi imprenditori e già questo per un capo di Stato non è un dettaglio. Poi scopre che il quotidiano Bild è pronto a pubblicare la storia e che fa il teutonico presidente Wulff? Chiama l’editore del giornale del gruppo Springer per bloccare la notizia. Viene mandato giustamente a quel Paese. Non felice di aver incassato una pedata, sbuffa, rumina sul da farsi, alza la cornetta e lascia un messaggio sulla segreteria telefonica del direttore del quotidiano, minacciando fuoco, fiamme e carta bollata. Vi lascio immaginare il risultato che ottiene. La Merkel lo difende, ma uno così vince il premio «Sprovveduto dell’anno» a tavolino. Ah, la perfetta Germania. Diffidate sempre di quelli che durante una conversazione annunciano il loro discorso sopra lo scibile con un pomposo «ma all’estero», mantenete una sana distanza di sicurezza da chi cita la stampa straniera «autorevole» per definizione. Solitamente non hanno viaggiato, non conoscono nulla e certamente non hanno letto quel che usano per coprire il vuoto di idee originali. Bluffano. Ancor di più maneggiate con cura le storie che vi propinano quelli che fanno la faccia indignata sull’evasione fiscale, le elusioni all’estero e scatole cinesi varie. Potreste scoprire che hanno il tesoretto a Vaduz e se, dulcis in fundo, criticano i consumi, allora state sereni, sono quelli che hanno già consumato.