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Monti lancia la Fase 2: lavoriamo uniti

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Il premier Mario Monti

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Mario Monti prepara la fase due. Il secondo tempo. Apre il dossier "crescita e sviluppo". Il Consiglio dei ministri è convocato per oggi pomeriggio. Stando a quanto il premier Mario Monti ha spiegato ai vertici del Pdl, non dovrebbero essere prese decisioni (salvo qualche nuova proroga non approvata con il decreto dell'altra settimana). Il capo del governo dovrebbe fare soltanto una relazione e incardinare la discussione sui provvedimenti da prendere nel 2012. Due le questioni aperte: liberalizzazioni e riforma del mercato del lavoro. Per le prime il capitolo aperto è sempre quello dei servizi pubblici locali e di quelli postali oltre che quelle rimaste in sospeso come l'apertura al mercato per farmacie e taxi. Forse ci sarà un intervento sulle tariffe autostradali: aumenti non solo legati al tasso di inflazione ma più elevati laddove il concessionario si impegni ad avviare lavori e investimenti. Per il resto l'invito è ad attendere che i provvedimenti già varati, come gli sgravi Irap, sortiscano effetti. Così come pure è difficile che le liberalizzioni vengano varate in un unico testo, più probabile si proceda a fasi con decreti scaglionati. Così oggi sarà l'occasione, per il premier, per fare il punto della situazione e per spiegare come intende procedere. Non a caso l'ordine del giorno recita: «Indicazioni del presidente del Consiglio sul programma di lavoro delle prossime riunioni del Consiglio dei ministri». Monti avverte la pressione su di lui e sul suo governo. Proprio per questo la riunione dell'esecutivo servirà soprattutto per lanciare un messaggio: abbiamo interrotto le vacanze e siamo al lavoro perché la situazione è grave e lo sappiamo. Un concetto che servirà al presidente del Consiglio nella conferenza stampa di fine anno prevista per domani mattina. Ma anche per rassicurare i mercati proprio mentre si aprono le aste più delicate di titoli di Stato. Dunque, oggi non ci dovrebbero essere decisioni. Il condizionale è d'obbligo visto che la riunione del governo è convocata per il pomeriggio e stamattina potrebbe essere decisa un'accelerazione. Improbabile, in verità. La tensione tra i partiti e il governo è ormai altissima. Nelle ultime ore soprattutto tra alcuni ministri e i vertici del Pdl. L'ultimo a finire nel mirino è stato Andrea Riccardi, titolare della Cooperazione, che sembra muoversi in una dinamica più che politica. Al punto che in un'intervista è arrivato ad affermare: «I cattolici, sparsi nei partiti o nella società, pensano la politica maggiormente insieme. Hanno ritrovato il gusto della politica come servizio al bene comune». Frasi che non piacciono ai piani alti del Pdl.Lo sa bene l'ex sottosegretario pidiellino FrancescoGiro che - come il ministro - proviene dalla comunità di Sant'Egidio: «L'intervista di Andrea è bella e intransigente». Ma non basta. L'attivismo, di Riccardi (ma non solo), non piace a Maurizio Gasparri che non a caso mette le mani avanti: «Siamo pronti ad un confronto per la modernizzazione del Paese Non siamo invece disponibili a colpi di mano unilaterali che creerebbero una forte tensione e, soprattutto se rivolti ad alcune categorie accentuerebbero le tensioni sociali e non faciliterebbero la vita del governo». Un avviso ai governanti a rimanere nel loro ruolo tecnico.Altrimenti son dolori.

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