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Gli onorevoli contestano "Indennità più basse d'Europa"

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L'aula di Montecitorio

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 I parlamentari italiani "guadagnano" più dei loro colleghi europei. E' il risultato del lavoro compiuto dalla commissione Giovannini, che tuttavia non è ancora riuscita a calcolare una media Ue su cui riparametrare le buste paga di deputati e senatori. Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha inviato a tutti i capigruppo di palazzo Madama il rapporto della commissione e, pur lamentando la mancata trasmissione ufficiale del documento da parte del Governo, la seconda carica dello Stato ha invitato i vari gruppi parlamentari ad avviare una riflessione interna per poi sottoporre al Consiglio di Presidenza, unico organo deputato a decidere in materia, le eventuali proposte. Intanto gli onorevoli contestano i risultati della commissione.  "Nella giornata di ieri è stata trasmessa al Presidente della Camera dei deputati - si legge nella nota  di Montecitorio - la Relazione sull'attività e i risultati della Commissione medesima al 31 dicembre 2011. Come correttamente precisato nel documento", si legge nel comunicato, i dati contenuti nella Relazione sono del tutto provvisori e di qualità insufficiente per una loro utilizzazione ai fini indicati dalla legge. Sicché con riguardo alle notizie diffuse in merito dagli organi di stampa alcune precisazioni - si legge ancora - si impongono ai fini di una compiuta informazione dell'opinione pubblica".  "Va, innanzitutto, sottolineato che dalla tabella di comparazione contenuta nella Relazione della Commissione, che conferma quanto emerso dallo studio effettuato dagli Uffici della Camera, si ricava che il costo complessivo sostenuto per i deputati italiani in carica - sottolinea la nota - è inferiore rispetto a quello sostenuto dalle Assemblee dei Paesi europei con il Pil più elevato".   INDENNITÀ DI 5000 EURO  La nota della Camera aggiunge che "va chiarito, inoltre, che nel documento l'importo dell'indennità spettante ai deputati italiani (pari a 11.283,28 euro) è indicato al lordo delle ritenute previdenziali, fiscali e assistenziali. Invece, al netto di tali ritenute, ivi comprese le addizionali regionali e comunali la cui misura varia in relazione al domicilio fiscale del deputato, l'importo dell'indennità parlamentare, che è corrisposta per dodici mensilità, è pari mediamente a 5.000 euro". "Tale somma - si legge ancora - si riduce ulteriormente per i deputati che svolgono un'attività lavorativa per la quale percepiscono un reddito uguale o superiore al 15% dell'indennità parlamentare. Sono queste, dunque, le cifre cui bisogna guardare per individuare quanto effettivamente viene posto a disposizione dei deputati a titolo di indennità parlamentare". "Comparando tale dato con quello degli altri Paesi europei, tenendo conto dei differenti regimi fiscali, l'ammontare netto dell'indennità parlamentare erogato ai nostri deputati risulta inferiore rispetto a quello percepito dai componenti di altri Parlamenti presi a riferimento. I dati forniti nella Relazione - conclude la nota - nella loro dichiarata provvisorietà e incompletezza, potranno comunque rappresentare un utile elemento di riferimento per le prossime autonome iniziative dei competenti organi parlamentari, volte a rideterminare costi ed emolumenti sostenuti per i deputati italiani, anche con riferimento al regime dei collaboratori". TAGLIARE I COSTI Anche se il lavoro della commissione Istat non è terminato, il dato sugli stipendi "record" suscita reazioni contrastanti tra i diretti interessati: ricorre all'ironia Alessandra Mussolini (Pdl), che propone di affidare il completamento del lavoro della commissione a Rizzo e Stella, i due giornalisti che da tempo indagano sui costi e gli sperchi della politica.  Per Sandro Gozi (Pd), "la media europea vera è già stata fatta da anni al Parlamento europeo e basterebbe applicare quel modello a Camera e Senato". "Attueremo i risparmi sul costo del Senato (e sono certo che la Camera farà lo stesso) indipendentemente dai risultati della commissione Istat", afferma Lucio Malan (Pdl), segretario di presidenza del Senato. Critico Francesco Giro (Pdl): "Caduto clamorosamente un bluff. I parlamentari italiani sono pagati meno rispetto ai loro colleghi francesi, tedeschi e inglesi". Per il finiano Italo Bocchino "il problema non e' tanto il costo dello stipendio di ogni parlamentare che comunque va ridotto, ma il numero di deputati e senatori che risultano essere troppi". L'Idv, con Antonio Di Pietro, chiede che si lavori per "abolire subito tutti i privilegi". Nel dibattito intervengono anche i collaboratori parlamentari di Camera e Senato, per i quali "l'unica strada possibile è seguire il modello europeo: la razionalizzazione e la trasparenza dei costi della rappresentanza passano per l'applicazione del modello europeo ai collaboratori parlamentari". Sulle indennità parlamentari "nel governo precedente e in quello attuale c'era un interesse vero a conoscere la situazione degli altri Paesi europei per prendere decisioni serie. Ora alla prova dei fatti sono attese le autorità politiche che devono prendere le decisioni", ha detto il Presidente dell'Istat, Enrico Giovannini.

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