Monti prepara le riforme e guarda alle parti sociali L'Europa aspetta il Prof
Erail sei dicembre e Mario Monti, seduto sulla poltroncina bianca di Porta a Porta, spiegava ai cittadini le prime mosse di quello che poi sarebbe stato il decreto «Salva Italia». «Abbiamo chiesto loro di fare tanti sacrifici, ma capiranno», diceva. Ecco perché il presidente del Consiglio non ha molto apprezzato gli allarmi lanciati dai sindacati a gran voce dai sindacati. È vero, sul tavolo del ministero dello Sviluppo economico ci sono 230 casi di crisi aziendali, ed è vero oltre 300 mila lavoratori rischiano il posto, ma al momento non esistono elementi per paventare il rischio di tensioni sociali. Non è certo il caso di iniziare a evocarle dal primo gennaio, è il ragionamento del Professore. Ecco il perché delle telefonate fatte ai leader Cgil, Cisl, Uil e Ugl. «Basta allarmi: trattiamo, ma il tempo a disposizione è quello che è», è il messaggio. I faccia a faccia inizieranno nella settimana tra il 9 e il 15 gennaio e spetterà in un primo momento a Elsa Fornero incontrare i rappresentanti di lavoratori e associazioni imprenditoriali. La mediazione iniziale è affidata a lei, che preparerà il terreno in stretto contatto con il premier. Contratto unico e nuovi ammortizzatori sociali, questi i temi sul tavolo. L'obiettivo è quello di riformare il mercato del lavoro anche alla luce delle proposte che arriveranno dalle parti sociali. Solo in un secondo momento, Monti incontrerà i leader delle associazioni per tirare le somme. I sindacati sembrano pronti al confronto. Alzare la voce è servito per accelerare la ripresa del dialogo: «Senza concertazione il Paese andrebbe allo sbando - assicura infatti Raffaele Bonanni (Cisl) - Monti faccia un salto di qualità. Andare avanti così, senza discutere con la politica, mettendo la fiducia e senza consultare i sindacati susciterebbe un clima torbido». Il governo dovrebbe «realizzare un patto trasparente con imprese e sindacato», aggiunge. Il «confronto col governo Monti non va sprecato», ammettono invece i vertici della Cgil. Con messaggi su Twitter il sindacato guidato da Susanna Camusso avverte: «Temi in agenda e tempi dell'agenda sono egualmente importanti», l'esigenza di tempi stretti non dovrà pesare. Intanto il Professore lavora al "suo" decreto «cresci Italia». Trascorre tutto il giorno nell'ufficio di palazzo Chigi con i suoi più stretti collaboratori per prepare i prossimi appuntamenti. Soprattutto quelli internazionali. La «fase due» non può attendere. Sul tavolo ci sono i principali dossier politici ed economici: dal pacchetto di norme sulle liberalizzazioni e la concorrenza (che dovrà essere pronto entro il 23 gennaio, quando ci sarà l'Eurogruppo a Bruxelles) alla riforma del mercato del lavoro, ai provvedimenti sulle infrastrutture. Anche quella di ieri è stata una giornata di incontri e contatti. In mattinata il premier riceve il senatore del Pd Ignazio Marino, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del servizio sanitario nazionale, per fare il punto sulle condizioni di vita e di cura all'interno degli ospedali psichiatrici giudiziari. Gennaio sarà un mese ricco anche di impegni esteri per il capo del governo italiano. Si comincia il 6: il giorno dell'Epifania il premier sarà a Parigi per incontrare il presidente francese Nicolas Sarkozy. Durante la visita Monti, con il ministro dello Sviluppo e delle infrastrutture, Corrado Passera, parteciperà al convegno «Nuovo Mondo», organizzato da M.Eric Besson, ministro francese dell'Industria. Il presidente del Consiglio prenderà la parola intorno alle 15.30 alla tavola rotonda «Quale posto per l'Europa nel nuovo equilibrio internazionale». Il 18 gennaio il Professore è atteso a Londra per un «bilaterale» con il primo ministro David Cameron; il 21 si recherà a Tripoli per riattivare il trattato di amicizia Italia-Libia. Monti ha tempo fino al 23 gennaio (giorno in cui è convocato l'Eurogruppo) per definire la «road map» delle riforme strutturali che vuole vedere l'Europa, ecco perché il Consiglio dei ministri decisivo dovrebbe tenersi nella settimana tra il 16 e il 20. Il premier non intende sfigurare alla riunione di Bruxelles, dove parteciperà in qualità di ministro dell'Economia. Il dossier Europa, infatti, è considerato una priorità per il governo, visto che stiamo attraversando una fase in cui lo spread continua a preoccupare (anche per l'ingente quantità di titoli di Stato da collocare nei primi mesi dell'anno). Il 30, sempre a Bruxelles, un altro appuntamento clou attende il presidente del Consiglio italiano: Monti sarà impegnato al vertice Ue straordinario dedicato proprio allo sviluppo. Entro il mese di gennaio, poi, anche se ancora non ci sono date ufficiali, il Professore dovrebbe andare in udienza dal Papa e volare a Washington per incontrare Barack Obama alla Casa Bianca. I partiti, intanto, attendono il Prof al varco. Dopo i faccia a faccia pre-natalizi, non sono per ora in agenda incontri formali sul pacchetto «cresci-Italia» con i leader della variegata maggioranza che sostiene il governo. Sono già in corso invece, se si escludono gli auguri di buon anno di queste ore con i leader delle «larghe intese», diversi contatti informali di Palazzo Chigi con Pdl, Pd e Terzo Polo, anche per evitare il "balletto" delle trattative dei giorni che hanno preceduto il varo della manovra.