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La "bomba" di Grillo contro Equitalia

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Pacchi bomba, buste sospette intercettate, ordigni rudimentali, petardi, minacce. L'obiettivo è sempre lo stesso: Equitalia. La società pubblica incaricata della riscossione dei tributi. Da quando, lo scorso 9 dicembre, il direttore generale Marco Cuccagna è stato ferito dopo aver aperto un plico contentente esplosivo, gli attentati, quasi sempre rivendicati dalla Federazione anarchica informale, non si sono più fermati. Gli ultimi la notte di Capodanno. Approfittando dei festeggiamenti sono state prese di mira due sedi dell'agenzia a Foggia e Modena. E siamo solo all'inizio del 2012. Anno che secondo i sindacati sarà caratterizzato dal rischio di «tensioni sociali». È in questo contesto che ieri Beppe Grillo, dal proprio blog, ha lanciato la sua "bomba". «Se Equitalia è diventata un bersaglio - ha scritto il comico - bisognerebbe capirne le ragioni oltre che condannare le violenze. Un avviso di pagamento di Equitalia è diventato il terrore di ogni italiano. Se non paga l'ingiunzione "entro e non oltre" non sa più cosa può succedergli. Non c'è umanità in tutto questo e neppure buon senso. Monti riveda immediatamente il funzionamento di Equitalia, se non ci riesce la chiuda. Nessuno ne sentirà la mancanza». Parole che hanno scatenato l'immediata reazione del direttore dell'Agenzia delle Entrate Attilio Befera (che detiene il 51% di Equitalia ndr). «In un momento di difficoltà - ha replicato intervistato dal Tg5 - bisognerebbe avere tutti il massimo senso di responsabilità e occorrerebbe difendere gli uomini che fanno il loro dovere al servizio della collettività. Questa volta la battuta non fa ridere nessuno». Dopotutto era stato lo stesso Befera, qualche ora prima al Tg1, a condannare «gli imbecilli che mettono le bombe». «Spero che i cittadini italiani che sempre nei momenti di emergenza sono stati solidali e coesi - aveva spiegato - capiscano che è importante pagare le imposte e che gli imbecilli che mettono le bombe la smettano. Colpire i funzionari non ha senso logico». La "battuta" non farà ridere, ma contribuisce a mettere in evidenza come sull'argomento la posizione di Grillo sia tutt'altro che isolata. Sul suo blog sono diversi i commenti di chi attacca Equitalia e i suoi «comportamenti vessatori» (molti anche quelli che condannano le dichiarazioni del comico). Mentre l'ex ministro Gianfranco Rotondi, pur ribadendo che «non sarà Grillo a darci la linea», sottolinea che «l'interrogativo che pone non è peregrino». Sulla stessa lunghezza d'onda il senatore Idv Stefano Pedica: «Grillo forza molto con il suo lessico duro, ma il problema Equitalia resta, troppe vessazioni e poca chiarezza, troppa autonomia gestionale e poco ascolto». Di tutt'altro parere il leader del suo partito Antonio Di Pietro: «In uno stato di diritto le tasse si pagano e quindi questa idea di prendersela con Equitalia invece che con gli evasori fiscali, è totalmente da condannare». E se l'eurodeputata del Pd Debora Serrachiani mette l'accento sulla pericolosità di «associare gli attentati a un giudizio di disumanità nei confronti del sistema esattoriale», il portavoce del Pdl Daniele Capezzone non ha dubbi: «Continuo a credere che la lotta all'evasione fiscale abbia bisogno di strumenti liberali e non di mezzi illiberali. L'ho detto e lo ribadisco. Ma, detto questo, Grillo scherza col fuoco».

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