Sindacati: rischio tensioni. Monti: sì all'intesa ma rapida
In Italia si rischiano tensioni sociali a causa della crisi. Problemi che solo il governo può risolvere aprendo un dialogo costruttivo con i rappresentanti dei lavoratori. I sindacati continuano il pressing sul tema del lavoro e nel primo giorno dell'anno tornano a far sentire la loro voce. Cgil: rischio tensioni sociali "C'è un rischio reale di tensioni sociali nei prossimi mesi" scrive su Twitter il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, che sollecita l'attuazione di "un piano per il lavoro", visto che è proprio il lavoro la "vera emergenza". "La recessione - afferma in un altro post la leader sindacale - avrà un impatto duro su occupazione e redditi", esiste il "rischio che cresca il conflitto sociale con l'aumento delle diseguaglianze", conclude. Uil: serve politica che crei posti di lavoro Sulla stessa linea il leader della Uil, Luigi Angeletti: l'aumento della disoccupazione non è altro che gettare benzina sul fuoco. "C'è il rischio di andare verso un fase di recessione e quindi una fase perdita di posti di lavoro: l'aumento della disoccupazione non è un antidoto alla pace sociale, anzi è la benzina sul fuoco ed è questo il problema sui cui concentrarsi", afferma Angeletti. Per fare una politica che crei posti di lavoro, prosegue, "bisogna ridurre le tasse sul lavoro, ridurre l'evasione fiscale, ridurre i costi della politica e liberalizzare. Abbiamo una serie di norme che sono criminogene cioè inducono e favoriscono la corruzione". La Uil "è disposta a fare cose razionali e ragionevoli a non avere atteggiamenti puramente ideologici: vogliamo che si riducano le tasse sul lavoro senza questo la parola occupazione è uno slogan", conclude. Cisl: momento economico difficile "Ci sono rischi di tensioni sociali che però possono essere evitati se il governo aprira' con i sindacati un dialogo non precostituito e senza forzature come invece abbiamo visto sulla previdenza". Il segretario generale aggiunto Giorgio Santini parla della riforma del mercato del lavoro: "Se non ci troveremo di fronte a soluzioni forzate - spiega - si può evitare il dialogo tra sordi e quindi il conflitto sociale. Dipenderà dal governo: auguriamoci che sia così, comunque i discorsi di Monti sembra che vadano in questa direzione". Per Santini si deve fare di tutto per evitare tensioni sociali, "ma i problemi sono seri a partire dal rischio dei licenziamenti. C'è il rischio che una serie di vertenze ferme possano aggravarsi e porre seri problemi sul lavoro. Abbiamo rilanciato l'ipotesi di contratti di solidarietà proprio per evitarli". 30 mila lavoratori a rischio I sindacati chiedono, dunque, di partire dall'occupazione, per arginare l'aumento di posti di lavoro persi: ad oggi, secondo il ministero dello Sviluppo economico, sono 30 mila i lavoratori a rischio, considerando solo i tavoli di crisi aziendali coordinati dallo stesso ministero, mentre è di 300 mila - spiega - il dato che si riferisce "al complesso di tutta l'occupazione diretta e indiretta (incluso ad esempio l'indotto) delle imprese a vario titolo coinvolte" ma che "non coincide assolutamente con il numero di posti di lavoro a rischio". Appello della Cei Sul rischio disoccupazione parla anche il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco: "Per evitare il pericolo di tensioni sociali è necessario essere più positivi e creare più coesione sia nel lavoro sia nella società". Monti ai sindacati: cerchiamo un'intesa ma rapida Il presidente del Consiglio nel corso delle telefonate avute con i leader sindacali ha "espresso la volontà del governo di ricercare la massima intesa con le parti sociali sui temi del mercato del lavoro e dell'occupazione pur nell'esigenza - sottolinea una nota di Palazzo Chigi - di operare con la sollecitudine imposta dalla situazione".