Sangue sulle feste di Capodanno
Destino Un uomo muore nel Napoletano raggiunto da un proiettile vagante Centinaia di feriti per i «botti» nonostante le ordinanze di divieto. Uccisi 132 cani
Ilnumero dei feriti appare in aumento (lo scorso anno furono 498), ma quelli con prognosi oltre i 40 giorni (per lesioni particolarmente gravi e con danni spesso permanenti) sono in numero inferiore rispetto allo scorso anno (35 a fronte dei 44 dello scorso anno). Il 12,8% dei 595 feriti è minore di 12 anni (76 feriti). Gli incidenti più gravi si sono verificati nel Napoletano e a Roma, con due morti. A Casandrino, in provincia di Napoli, è deceduto un 39enne raggiunto da un proiettile vagante. Nella Capitale, nella zona di San Basilio, lo scoppio di un grosso ordigno in un appartamento ha provocato la morte di un uomo di 36 anni e il ferimento di due bambini. Della tragedia di Roma, trattiamo a parte. A Casandrino, comune alle porte di Napoli, non si parla esattamente di botti e l'immagine che pubblichiamo in pagina, una bottiglia di spumante italiano vicino a una macchia di sangue è la scenografia dell'ennesimo morto da proiettile vagante partito da un'anonima arma. La vittima di turno si chiamava, Marco D'Apice, 39 anni, stramazzato al suolo davanti al suo ristorante «Villa Alexus». Non un agguato, sostengono gli agenti della Squadra Mobile di Napoli. Un incidente, dunque, determinato da chi ha avuto la folle idea di festeggiare sparando colpi di arma da fuoco. Può essere stato un avventore del ristorante, un parente della vittima. Può essere stato lo stesso D'Apice. Saranno le indagini e l'autopsia a stabilirlo: e solo in sede di esame autoptico si potrà individuare la traiettoria del proiettile, che è stato sparato da distanza ravvicinata, e il tipo di arma; sul posto sono stati ritrovati dieci bossoli calibro 7,65 e una cartuccia inesplosa. Nell'attività di prevenzione e contrasto, le forze di polizia impegnate hanno arrestato o denunciato 437 persone, sequestrando quasi 1200 lanciarazzi, 8 armi comuni da sparo, oltre 157 munizioni, oltre 64 tonnellate di manufatti pirotecnici, quasi 3 tonnellate di polvere da sparo, oltre 8,5 tonnellate di prodotti esplodenti artigianali e soprattutto di oltre 11 mila detonatori (lo scorso anno erano stati meno di 300). Secondo la polizia i dati sugli incidenti evidenziano, ancora una volta, come gli episodi più gravi devono essere ricondotti all'uso sconsiderato di prodotti pirotecnici illegali. Un altro dato che merita di essere sottolineato è quello relativo alla produzione estemporanea di veri e propri prodotti esplodenti realizzati da soggetti che si improvvisano autentici «bombaroli», rendendo più difficili i controlli ed esponendo se stessi e gli altri a gravissimi pericoli. La polizia fa, poi, un richiamo forte affinché si vigili anche in queste ore per evitare che eventuali botti inesplosi, lasciati incautamente per le vie, vengano maneggiati, specie dai bambini più piccoli. Complessivamentge positivo il giudizio nel discorso di fine anno da parte del Capo della Polizia: «Voi avete raggiunto dei risultati veramente straordinari». Come tutti gli anni, il prefetto Manganelli ha passato la notte di capodanno vicino ai suoi poliziotti impegnati a garantire, come sempre 24 ore su 24, la sicurezza di tutti e di ciascuno. Dalla Questura di Napoli, dove si trovava, il Capo della Polizia ha espresso la personale gratitudine agli uomini e alle donne della Polizia di Stato per gli obbiettivi raggiunti, «mai così lusinghieri come nel 2011 che, paradossalmente, è stato un anno caratterizzato da risorse mai così ridotte». L'incontro con il poliziotti ha rappresentato l'occasione per individuare gli obiettivi del 2012 un anno «che sarà all'insegna di una grande collaboi queste ordinanze le forze dell'ordine rischiano di essere distratte dai loro principali compiti. È appena il caso di ricordare - ha aggiunto - che abbiamo dovuto fronteggiare l'ennesima rivolta al Cie di Torino». Qualche polemica, comunque, serpeggia. Le intenzioni erano buone, ma le ordinanze di divieto dei fuochi di artificio decise da molti sindaci hanno solo timidamente arginato le conseguenze senza evitare il peggio. Non sono serviti neppure gi appelli fatti alla vigilia del 31 dicembre dai ministri dell'Interno e della Salute. E ora si temono altri danni a causa dei petardi inesplosi. Su un altro fronte, meno grave il bilancio di animali morti, feriti e fuggiti dai a causa dei botti di Capodanno, alle ore 16 odierne le segnalazioni arrivate via email, ed al telefono amico di Aidaa parlano di 132 cani uccisi, 450 fuggiti, mentre sono 105 i gatti morti e oltre 500 quelli fuggiti. Per l'associazione, è «un dato assolutamente positivo rispetto ai 500 cani e altrettanti gatti che erano risultati uccisi lo scorso anno sempre a causa dei botti di San Silvestro». La maggior parte delle segnalazioni di cani rinvenuti morti (la stragrande maggioranza di proprietà) arrivano dalle regioni del sud Italia, in particolare Campania, Puglia e Sicilia, mentre per quanto riguarda gli animali fuggiti, sia cani sia gatti, a sorpresa il maggior numero di segnalazioni arriva da Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna. Comunque, solo oggi sarà possibile fare il quadro completo della situazione in relazione anche alle altre specie di animali non domestici rimasti uccisi. Altro dato interessante: oltre il 90 per cento delle segnalazioni provengono da città che non avevano applicato alcuna limitazione ai botti di Capodamnno.