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Napolitano: l'Italia può e deve farcela

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Il Presidente della Repupplica Giorgio Napolitano

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Nessuna retorica. Un discorso di verità. Con quest'animo il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, pronuncia il sesto messaggio alla nazione del suo settennato. Parlando dallo studio alla Palazzina in diretta tv a reti Rai unificate, il capo dello dello Stato si rivolge agli italiani con le parole gravi della crisi economica che ha colpito l'Italia e l'eurozona, ma non senza ottimismo e fiducia. Perché è vero che l'emergenza economica può infondere "scoraggiamento", ma è anche vero che nelle celebrazioni per il 150esimo dell'Unità nazionale gli italiani hanno trasmesso "nuovi e più forti motivi di fiducia" nel paese. E' da questi che il presidente della Repubblica attinge per lanciare i suoi non facili moniti per il 2012. La crisi resta "grave", la ricetta è amara. Napolitano avverte che "nessun gruppo sociale" può sottrarsi ai sacrifici, che insieme ad una 'cura dimagrante' per uno Stato che "ha speso troppo", bisogna anche censire e colpire le ricchezze, "posizioni di rendita e privilegio". Bisogna colpire "corruzione ed evasione fiscale". E' ora di agire insomma con equità e in questo modo i "sacrifici non risulteranno inutili". Ma soprattutto il capo dello Stato raccomanda riforme strutturali. Perché il mondo è cambiato, sottolinea a più riprese, e questi cambiamenti globali richiedono un ripensamento delle politiche sociali e del lavoro. Il presidente della Repubblica si concede una parentesi di carattere "personale" per arrivare a lanciare un appello ai "lavoratori e alle loro organizzazioni" sindacali. Ricorda la sua lunga esperienza politica, le visite in fabbrica, gli incontri con gli operai. Sottolinea le "difficoltà" di chi lavora o di chi è vicino alla pensione mentre si discute ancora di riforma previdenziale. Pesca dal passato periodi difficili come la ricostruzione dopo la la liberazione dal nazi-fascismo o il 1977, segnato dal demone dell'inflazione e dal terrorismo brigatista. E' a queste due prove complesse per il paese che fa riferimento quando chiede ai sindacati di porsi con lo stesso "slancio costruttivo" dimostrato in quegli anni.Nessuna chiusura. Napolitano lo chiede anche al governo:  "dialogo con forze sociali, rapporto aperto con il Parlamento". Agli italiani, il capo dello Stato spiega la pericolosità di un ritorno anticipato alle urne, con la crisi economica in corso. Da qui, la nascita del governo Monti: è un "merito" per i partiti aver deciso di sostenerlo in Parlamento. E ai partiti parla quando auspica "riforme istituzionali da tempo mature". In modo da arrivare alla prossima legislatura nel segno della democrazia e dell'alternanza. Non solo sindacati, governo, forze politiche. Il presidente della Repubblica ne ha anche per l'Europa, che, a suo dire, finora non ha risposto in maniera efficace e unitaria alla crisi economica. "Non ci siamo", dice Napolitano: "il bersaglio della crisi è l'Europa e europea deve essere la risposta". Occorrono "risposte solidali" all'attacco in corso sui titoli italiani e dei paesi più deboli. E a sua volta, l'Italia deve impegnarsi per una maggiore integrazione europea. Al Paese ora servono "stabilità e serenità", consiglia Napolitano che nel suo discorso cita anche le parole pronunciate da Papa Benedetto XVI nel messaggio Urbi et Orbi prima di Natale.  Occorre una "nuova forza motivante", serve avere "fiducia in noi stessi". E' questo l'augurio agli italiani: trasformare il 2012 in "una grande occasione, un grande banco di prova, per il cambiamento e il nuovo balzo in avanti di cui ha bisogno il paese". Perchè "l'Italia può e deve farcela".  

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