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Arriva la tassa sulla fortuna

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Scatta il prelievo fiscale del 6% sulle vincite superiori a 500 euro

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Finorai premi delle lotterie e dei giochi stile Gratta e Vinci erano rimasti esenti dalle fameliche fauci del fisco italiano. Da ieri anche la Dea bendata sarà costretta a fare i conti con l'erario e, prima di abbracciare il prescelto fortunato, dovrà passare alla cassa e lasciare allo Stato il 6% dei premi superiori ai 500 euro. La fantasia del legislatore in cerca di liquidi per sanare i buchi del bilancio pubblico non ha veramente più limiti. La norma imposta dalla manovra economica di agosto, dunque dal ministro dell'economia di allora, Giulio Tremonti, supera per arditezza anche la tassa sull'aria introdotta dal governo Monti. Così è per la disposizione del decreto legge di fine anno che destina al taglio del debito, gli incassi ottenuti dalle aziende che sforano i limiti delle emissioni inquinanti, e che comprano quote «verdi», ovvero pagano per compensare l'inquinamento in eccesso. Ebbene, in anticipo rispetto ai tempi, Tremonti ha innovato, inasprendo il prelievo, anche sulle vincite dei giochi. Con il risultato che chi partecipa a una lotteria paga tre volte. Quando compra il biglietto per partecipare, quando vince e riscuote, e quando investe le somme. Case o prodotti finanziari pari sono di fronte al fisco che non lascia nulla esente tra imposte sui depositi, patrimonialine sui titoli e Imu sull'abitazione. Ma tant'è. La nuova gabella scatta per le lotterie istantanee tipo Gratta e Vinci, per il Superenalotto, per Superstar, Si vince tutto e Win for life. Le norme si applicano anche sulle videolotteries che dovranno adeguare i propri sistemi di gioco entro il 20 gennaio. A far scattare la «tassa sulla fortuna» sono tre diversi decreti dell'Amministrazione Autonoma dei Monopoli pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale di Capodanno. Le norme, da subito operative, sono finalizzate all'incasso di un miliardo di euro, così come stabilito dalla manovra Tremonti-Berlusconi di agosto che però non fissa con precisione le modalità rinviando a una decisione dei Monopoli. L'obiettivo di incasso - veniva stabilito - poteva essere realizzato variando «l'assegnazione della percentuale della posta di gioco a montepremi, ovvero a vincite in denaro, la misura del prelievo erariale unico, nonché la percentuale del compenso per le attività di gestione ovvero per quella dei punti vendita». Il prelievo del 6% è la scelta fatta. Il direttore dei Monopoli, Raffaele Ferrara, lo aveva anticipato a novembre durante l'audizione parlamentare mentre Lottomatica aveva spiegato che «non toccherà il 95% delle vincite» e che quindi «la misura non sembra avere le caratteristiche tali da modificare la domanda di gioco». La norma, secondo quanto stabiliscono i tre decreti (il primo sulle Lotterie Istantanee, il secondo sul Superenalotto e i giochi collegati, il terzo sulle videolotteries), avrà impatto su tutti coloro che andranno a riscuotere le vincite a partire da oggi, anche se riguardano il passato. In pratica, il primo a ricevere la «stangata» è il vincitore dei 638.154,28 euro per aver centrato il «5+» ad Arezzo: per lui significherà incassare 38.260 euro in meno. Alcuni calcoli erano stati fatti nel recente passato anche dall'Agenzia specializzata Agicos. Se il prelievo fosse stato applicato alla più alta vincita di sempre in Italia, i 178 milioni al Superenalotto nell'ottobre dello scorso anno, la trattenuta sarebbe stata pari a 10,6 milioni di euro. Applicata al jackpot in gioco in questi giorni, oltre 30 milioni di euro, si aggirerebbe su 1,8 milioni. L'impatto c'è anche sulle vincite-vitalizio. Win for Life oggi assegna al vincitore di prima categoria un premio da 6 mila euro al mese per 20 anni, che scenderà a 5.640 euro (-360 euro). Sul jackpot massimo delle videolotteries, di 500 mila euro, il prelievo sulla vincita arriverà fino a 30 mila euro. Dalla tassazione restano invece fuori la Lotteria Italia, le scommesse, poker e casinò online, bingo e slot machines.

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