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Catasto indigesto: "È una patrimoniale"

Case

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La riforma del catasto che il governo Monti si prepara a varare piace poco o niente. E il giorno dopo l'annuncio a dare voce alle preoccupazioni dei proprietari di casa – una «categoria» che raggruppa circa l'80 per cento degli italiani – ci hanno pensato le varie associazioni di categoria. Prima fra tutte Confedilizia che parla senza mezzi termini di un provvedimento che non è altro che una patrimoniale mascherata. «Per eliminare le sperequazioni catastali basta applicare l'attuale legge – spiega il presidente Corrado Sforza Fogliani – non c'è bisogno di introdurre nel catasto il principio di tassare permanentemente le unità immobiliari per quel che valgono, invece che per quel che rendono». «La linea dell'attuale Governo di arrivare all'impianto di un catasto prevalentemente patrimoniale, non è nuova – continua Sforza Fogliani - Ci pensò l'ex ministro Visco e, allora, la gran parte delle forze politiche che appoggiano l'attuale Governo si oppose, tant'è che il progetto naufragò. Ora si ritenta, ancora una volta capovolgendo i principi ispiratori dell'attuale legge, che prevede un catasto di redditi. La scelta fondamentale è sempre una, e una sola: va tassato il reddito o il valore? Il Governo attuale è evidentemente su quest'ultima strada, pur in una situazione di mercato nella quale non vi è coerenza tra reddito e valore delle singole case». «Il rischio – è la conclusione – è che si pongano surrettiziamente le basi per una patrimoniale, per così dire, delle famiglie, col rischio che si avalli l'incivile principio che un immobile venga colpito oltre il reddito che produce e quindi a prescindere dalla capacità contributiva del suo proprietario». Il documento del governo prevede di aggiornare un sistema i cui valori sono fermi agli anni '80. In che modo? Innanzitutto distinguendo in maniera più incisiva proprio tra rendita dell'immobile e valore patrimoniale. Il canone potenziale dell'edificio verrà calcolato al netto delle spese di manutenzione, mentre il valore patrimoniale (cioè la base dell'Imu) sarà calcolato tenendo conto dei prezzi correnti della zona in cui l'immobile si trova. A grandi linee si tratta di una differenza di quasi quattro volte tra il valore di un appartamento iscritto al catasto e quello commerciale. Ma contestualmente, ha assicurato il governo, per non far schizzare alle stelle l'Imu, le aliquote dovrebbero essere abbassate. Promesse che non fanno breccia nel presidente di Federproprietà Massimo Anderson: «Oltre che le tasche dei cittadini che possiedono una casa si va anche a colpire un mercato che è già fermo, quello della compravendita degli immobili. Oggi non c'è liquidità e quindi nessuno acquista. Ma i prezzi delle case non sono affatto scesi. Ora, dopo l'annuncio del governo, anche chi aveva intenzione di fare un investimento aspetterà per capire cosa succede. E questo si ripercuoterà sull'industria edilizia: se gli appartamenti non si vendono anche chi li costruisce dovrà fermarsi». «Il risultato – conclude il presidente di Federproprietà – è che tutto questo determinerà una dilagante recessione e quindi ulteriore disoccupazione». Anche dal Pdl arrivano perplessità sulla revisione degli estimi voluta dal governo. Soprattutto per quanto riguarda l'altro punto fondamentale, il passaggio dalla misurazione in vani a quella in metri quadrati. «L'annunciata riforma delle rendite catastali con il passaggio dal numero di vani alla superficie effettiva – spiega il deputato Isidoro Gottardo – se non sarà commisurata in modo veramente equo al reale prezzo di mercato e alla effettiva commercializzazione, penalizzerà gli edifici più datati e periferici, con conseguente danno per quelle famiglie». Per Gottardo, «negli ultimi 20 anni la dimensione dei vani ha potuto essere contenuta grazie alla modularità degli arredi, a tecniche costruttive più avanzate e a progettazioni più conforme a riduzione dei costi». «Occorre – prosegue – che le aree omogenee di riferimento siano micro e non macro, per evitare ingiustizie nei parametri di commerciabilità». Infine, conclude, i Comuni dovranno essere coinvolti perché la riforma non diventi un «indiscriminato aumento di valore per incrementare le entrate tributarie. Gli anziani spesso abitano una casa la cui dimensione era necessitata da esigenze famigliari» mutate. Più cauti i commenti che arrivano dall'ordine degli ingegneri: «Il catasto non va usato come strumento per rastrellare soldi, ma come strumento per rendere più corretta l'applicazione di una tassazione che a questo punto è necessaria».

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