Bot e Btp, al via la "lotteria del debito"
Il governo c'è ed è al lavoro: è il messaggio che il premier Mario Monti vuole trasmettere al paese, ai mercati e all'Europa, interrompendo le vacanze di Natale e convocando per domani un consiglio dei ministri che, anche se non approverà provvedimenti, avvia di fatto la 'fase 2' dell'esecutivo, crescita e sviluppo dopo i sacrifici chiesti con la manovra. Ma domani e giovedì sarà per il Professore anche un test per quanto fatto finora visto che, mentre lo spread resta sopra i 500 punti, il Tesoro metterà all'asta titoli di Stato fino a un totale di 11,5 miliardi e dopodomani Btp fino a 8,5 miliardi e dai rendimenti si capirà la fiducia nell'esecutivo. Anche se il governo è consapevole, ammettono fonti del governo, della pressione di media e partiti per varare misure che muovano il pil e scongiurino lo spettro della recessione, è difficile che domani il consiglio dei ministri approvi provvedimenti per la crescita. Una cautela dovuta non alla mancanza di idee per rilanciare la crescita - i capitoli delle prossime misure, dallo sblocco delle infrastrutture alle liberalizzazioni fino al mercato del lavoro, sono già stati annunciati dal premier - ma alla necessità di evitare passi falsi e di fare i conti con la richiesta di confronto arrivato anche a suon di proteste dai sindacati e dalla politica. Monti illustrerà domani ai ministri, e giovedì all'opinione pubblica nella conferenza stampa di fine anno, la road map dei prossimi mesi, convinto che nella manovra ci sono già «i semi» per lo sviluppo. Crescita che è anche al centro delle preoccupazioni del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che stamattina ha incontro il ministro Corrado Passera. Per smuovere il pil, spiegano fonti del ministero dello Sviluppo, il primo obiettivo è far diventare operativi provvedimenti, come gli sgravi Irap, approvati con il decreto. Poi, mese per mese, definire pacchetti diversificati: le liberalizzazioni, ad esempio, potrebbero arrivare in tranche diverse vista la varietà dei temi, da farmacie e taxi, accantonati in manovra, ai servizi pubblici locali fino agli ordini professionali. C'è poi il capitolo infrastrutture, con il nuovo impulso al project financing. Sul tavolo del governo anche il "cantiere" fisco e il nodo della riforma del mercato del lavoro, «tema chiave» per Monti, ma, dopo l'alt dei sindacati, sarà affrontato solo dopo un confronto serrato con le parti sociali. Dialogo che lo stesso premier ritiene fondamentale anche con i vertici delle istituzioni bancarie e finanziarie: l'ex commissario Ue potrebbe incontrare nei prossimi giorni il governatore Ignazio Visco e il presidente della Consob Giuseppe Vegas per un confronto su possibili azioni che possano calmare i mercati. Dopo i faccia a faccia pre-natalizi, non sono previsti incontri con i partiti della variegata maggioranza che lo sostiene. Che, però, non smettono di mandare messaggi al governo, alternando professione di fede a paletti che talvolta suonano come ultimatum. Mentre la Lega con Calderoli invita Monti «ad andare in vacanza» accusando Berlusconi di 'favoreggiamentò, si allarga nel Pdl il malumore nei confronti del Governo con i due capigruppo Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri che danno l'altolà «all'iperattivismo di alcuni ministri» e contemporaneamente chiariscono che le liberalizzazioni non vanno fatte «con colpi di mano unilaterali».