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Il Pdl attacca Monti, la Lega: siete complici

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Silvio Berlusconi

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Il Silvio Berlusconi che si ripresenta sulla scena per dire che resta in pista attaccando ad alzo zero la manovra di Mario Monti ridà fiato alle voci critiche del Pdl contro il governo. E proprio alla vigilia del consiglio dei ministri convocato per impostare la "fase 2", con singolare sincronismo, in tanti scoraggiano protagonismi degli attuali ministri e ricordano al governo il suo orizzonte temporale limitato. Ma il Berlusconi tornato battagliero continua a non bastare alla Lega, nonostante l'attacco a Monti avesse come obiettivo principale compiacere l'ex alleato leghista. «Monti vada in vacanza e rinunci ad ogni ulteriore Consiglio dei Ministri, visto che dopo ogni seduta del cdm il Paese sprofonda sempre di più verso il disastro», tuona il coordinatore delle segreterie del Carroccio, Roberto Calderoli, che invoca anche «un tribunale del popolo» per giudicare «questo Governo che ha ridotto in miseria i cittadini». Ma - dando per scontati i toni da opposizione utilizzati contro l'esecutivo - l'affondo più duro è per il Cavaliere: «Berlusconi predica bene, considerato il suo giudizio critico sulla manovra, ma razzola male, perchè questa manovra killer l'ha votata lui e quindi è un complice di Bersani, Casini e Monti». «È surreale come la politica si comporti nei confronti del Governo Monti», posta intanto su Facebook il leader Udc Pier Ferdinando Casini, il più assiduo insieme al resto del Terzo Polo nel difendere il nuovo esecutivo persino prospettandone una evoluzione 'politicà. «Leggendo i giornali - scrive infatti Casini - sembra che molti, scampato il pericolo, siano pronti a riprendere le vecchie abitudini. Ma il pericolo è più che mai davanti a noi e, se non cancelliamo le vecchie abitudini, potrebbe travolgerci». Come sia sia, non aveva visto male Monti quando - nel giorno della approvazione della manovra al Senato - aveva bacchettato i partiti, che nei colloqui privati mostrano grande appoggio e incoraggiamento al governo e in pubblico piantavano paletti e ponevano veti. Dopo l'uscita di Berlusconi si rianima chi - da Cicchitto a Gasparri a Crosetto - fin dall'inizio ha visto nel governo Monti un esecutivo a termine. E oggi ribadisce il concetto, di fronte al gran parlare di futuri scenari che vedano come protagonisti i ministri dell'esecutivo tecnico (un nome per tutti, Corrado Passera) Il capogruppo dl Pdl alla Camera Cicchitto alza la guardia rispetto ad eventuali fantasiosi progetti politici dei neo-ministri: «Nessun ministro usi il governo per montare o smontare operazioni e schieramenti politici». Ci si limiti a gestire l'emergenza a tre condizioni: «che dopo una durissima manovra che ha forti elementi restrittivi seguano consistenti operazioni funzionali alla crescita, che i processi di liberalizzazione e di privatizzazioni non si risolvano in piccole operazioni punitive ma riguardino una serie di grandi e impegnative questioni (trasporti ferroviari, energia, autostrade, poste, acqua,aziende e servizi pubblici locali,la vendita di partecipazioni mobiliari non strategiche e di larga parte del patrimonio immobiliare), che nessun ministro usi il governo per montare e smontare operazioni e schieramenti politici». Un tema ripreso dall'ex sottosegretario Guido Crosetto e dal Presidente dei senatori pidiellini Maurizio Gasparri, che vuole essere chiaro: «Sosteniamo il governo Monti per un'opera di risanamento economico sempre più complessa, vista la crisi internazionale. Ma riteniamo che i temi della politica, della riforma elettorale, della riforma costituzionale, debbano essere competenza dei partiti politici». Orizzonti limitati, dunque: «Sarebbe ben strano se un governo tecnico si intromettesse, anche attraverso suoi esponenti, in queste vicende. E l'iperattivismo di alcuni potrebbe causare tensioni con conseguenze dannose e sconsigliabili. Il governo si limiti ai compiti per il quale è nato e per i quali ha ottenuto la fiducia. Alcuni protagonismi possono causare solo danni. E non ci riferiamo, ovviamente, al presidente Monti».  

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