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Regalo di Natale

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Babbo Natale e alberi addobbati per le feste

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Caro Babbo Natale, ti scrivo questa lettera perché voglio parlarti del mio Paese. Mi sono sempre chiesto a cosa pensavi quando la tua slitta trainata dalle renne attraversava l'Italia. Facevi tappa a Venezia e scoprivi ogni volta questa meraviglia sospesa sull'acqua. Sostavi a Verona e non ti perdevi l'estasi di Romeo e Giulietta. Svoltavi a Milano e non potevi fare a meno di pensare a una città così ordinata alle narrazioni del «gran lombardo», il Manzoni e all'operosità degli eredi delle Cinque Giornate. Un salto a Torino ti dava modo di gustare il clima elegante dei caffè, delle gallerie e sentire il wroom! dei motori italiani, la carrozzeria sublime delle loro auto. Una Lancia in strada per te era la metafora dell'eleganza su quattro ruote. D'altronde era la Capitale. Via, giù per Genova, al mare. Vedevi le navi da crociera, l'arte del commercio e la storia di quello strano genovese chiamato Colombo scopritore del Nuovo Mondo. Solo una sosta e poi ripartivi verso Firenze, culla della nostra lingua, forziere della nostra pittura, città di Dante, cosmo inimitabile della Divina Commedia. Fermo a piazza della Signoria tracciavi la rotta successiva. Roma, la Città Eterna. Per te il centro del mondo. Chi l'avrebbe detto che tu, figlio di un rito pagano, avresti portato i doni per celebrare la nascita di Gesù? Eppure questo ti ha riservato la vita ed ora eccoti qua, a piazza San Pietro ad ammirare il colonnato del Bernini, ricordare le storie dei Papi e osservare con curiosità lo stemma luminoso di Giovanni Paolo II. Cosa vorrà dire? È un mistero che sa d'amore. Maria. Madre e donna. Scendi giù per lo Stivale, un pennacchio di fumo all'orizzonte, Napoli città di botti e moti, sarti, pizzaioli, filosofi e saltimbanchi. Ma che divertimento. Sorvoli l'Aspromonte, attraversi lo Stretto, getti uno sguardo a Messina e arrivi a Palermo. Il trionfo del barocco, l'incontro con il Mediterraneo. Il tuo viaggio prosegue per tutta l'Italia e mentre concludi il Grand Tour e distribuisci i doni ti chiedi: «Perché qualcuno pensa che questo Paese non ce la faccia? È il più bello e ricco del mondo. Ha bisogno di un solo dono: la forza di crederci ancora».  

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