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Monti: fase due entro novanta giorni

Il segretario del Pdl Angelino Alfano, il premier Mario Monti e il ministro Andrea Riccardi

Pdl e Terzo Polo a Palazzo Chigi

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Novanta giorni per chiudere la "fase due", novanta giorni per varare misure di stimolo alla crescita economica e cercare di invertire la tendenza recessiva in cui si sta già avvitando l'Italia. Novanta giorni per evitare in questo modo, agendo sul denominatore del Pil, un'altra manovra correttiva. Mario Monti, nell'ultima tornata di incontri con i partiti che lo sostengono, detta l'agenda del governo per i prossimi mesi, incentrata come più volte ribadito sul versante della crescita, mentre i tempi per intervenire sul mercato del lavoro saranno giocoforza più lunghi. Solo così, è la convinzione espressa anche oggi dal premier, lo sforzo di consolidamento dei conti pubblici non sarà vanificato dalla recessione e il debito pubblico sarà davvero sostenibile.  Perché a palazzo Chigi la dinamica dello spread è ovviamente tenuta sotto stretto controllo, e lo sfondamento di quota 500 registrato oggi ha rafforzato la convinzione che solo agendo strutturalmente sui freni allo sviluppo si potranno placare le turbolenze dei mercati. VISCO DAL PREMIER E CDM IL 28 Non è un caso dunque che oggi Monti, tra il leader del Pdl Angelino Alfano e i centristi Pier Ferdinando Casini e Francesco Rutelli, abbia ricevuto a palazzo Chigi anche il governatore di Bankitalia Ignazio Visco. Mentre in mattinata il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto il presidente della Bce Mario Draghi. L'allerta a palazzo Chigi è confermato dalla convocazione di un altro consiglio dei ministri per mercoledì 28: ipotesi circolata già ieri, e oggi divenuta certezza. Per ora al Cdm si dovranno esaminare solo provvedimenti amministrativi, ma non è esclusa un'accelerazione su liberalizzazioni e infrastrutture, proprio per dare il senso dell'impegno per la crescita: una sorta di antipasto del più corposo intervento che si prepara per il 2012. CONSULTO PREVENTIVO Al di là delle prossime mosse dell'esecutivo, il via vai dei leader del Pdl e del Terzo Polo ha confermato oggi il dialogo e il confronto costante fra i partiti e il governo. Incontri separati, al momento, senza quella cabina di regia annunciata da Silvio Berlusconi. Gli auguri di Natale, certo, ma soprattutto una scambio di opinioni nelle ore in cui il Professore già ragiona sull'avvio della fase due. Che passa necessariamente anche dalla "battaglia" in sede europea dal cui esito, come ha lasciato intendere il premier ai partiti, dipende buona parte del rilancio del Paese. E, naturalmente, anche l'attenuarsi della pressione sui titoli di Stato italiani. Sul nodo il premier avrebbe lasciato intendere che gli sforzi suoi personali e dell'intero esecutivo, nonché i sacrifici degli italiani, non bastano e che la svolta - questo è l'imperativo - deve maturare a Bruxelles. Da Casini a Rutelli, naturalmente, si sprecano le parole di sostegno al presidente del Consiglio. Il segretario del Pdl Angelino Alfano preferisce invece mettere l'accento sulla necessità di un confronto preventivo, informando la stampa di aver chiesto a Monti di "stimolare la crescita e far sentire più forte la voce dell'Italia in Europa". Oggi nessuna cabina di regia, come detto, anche se non è escluso che da gennaio quella consultazione preventiva possa tradursi nell'intensificarsi di colloqui bi e trilaterali tra leader che comunque, con ogni probabilità, resteranno confinati nella zona grigia della semi ufficialità.  

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