Camera, slitta il voto sull'arresto di Cosentino
La Giunta per le Autorizzazioni della Camera rinvia il voto su Nicola Cosentino al 10 gennaio e la maggioranza «anomala», come la torna a definire anche oggi il presidente del Senato Renato Schifani, si spacca. I 7 deputati del Pdl, insieme ai 2 della Lega, a Vincenzo D'Anna (Pt) e a Mario Pepe (Misto) dicono sì al rinvio, mentre i 2 di Fli, 5 del Pd, 2 dell'Udc e Federico Palomba dell'Idv si oppongono. La proposta di far slittare tutto a dopo le vacanze di Natale, avanzata all'ultimo momento da Vincenzo D'Anna, passa così con 11 voti a favore e 10 contrari. «È una vergogna», commenta Federico Palomba. «La Lega sbraita tanto nelle piazze e poi difende quello che i magistrati considerano il referente politico dei casalesi», tuona Donatella Ferranti del Pd. «La Lega di fatto salva Cosentino», rincara la dose Nino Lo Presti (Fli). In verità, si spiega nel centrodestra, al rinvio ci si sarebbe arrivati per due ragioni: per evitare di far uscire allo scoperto la spaccatura che si era creata sul punto nella Lega e per consentire che il Tribunale della Libertà, al quale si sarebbe rivolto Nicola Cosentino contro l'ordinanza dei magistrati campani, si pronunci (forse il 27 gennaio) prima del voto definitivo dell'Aula. Il capogruppo del Carroccio in Giunta, Luca Paolini, avrebbe detto ai suoi di essere contrario all'arresto di Cosentino per «ragioni tecniche», perchè nelle carte in realtà non ci sarebbe «granchè» per motivare una richiesta «simile». Ma poi la 'ragione politicà avrebbe preso il sopravvento. Tanto è vero che, a metà mattinata, a Paolini e Follegot (l'altro deputato del Carroccio in Giunta) arriva l'ordine di dire 'sì all'arresto dell'ex sottosegretario. Paolini però resta contrario e minaccia di lasciare la Giunta. Poi tutto rientra quando si imbocca la strada del rinvio. In mattinata, infatti, quando la Giunta si riunisce la prima volta, il relatore Maurizio Paniz presenta, assolutamente a sorpresa, una «corposa documentazione». Si tratta delle «richieste di Cosentino di essere ascoltato dai Pm - spiega Paniz - e dei verbali di 3 coimputati». Una documentazione, aggiunge, «che ci era stata richiesta in Giunta». "Servirà per ottenere un rinvio?" si chiedono subito i deputati del centrosinistra. Assolutamente "no", ribatte Paniz. «Io - incalza - non ho chiesto alcuno slittamento. Anzi, confermo che il voto è fissato per il pomeriggio». Ma quando la Giunta torna a riunirsi alle 15.30, a chiedere il rinvio è il deputato di Popolo e Territorio Vincenzo D'Anna. Pd, Fli, Udc e Idv si oppongono. E siccome ci vuole l'unanimità per votare una volta che sono scaduti i termini (il 5 gennaio) Palomba si oppone. Alla fine però esce dalla Giunta per protesta e così si conta «l'unanimità dei presenti». Così passa la proposta di votare il 10 gennaio alle 14. A un 'pattò però: che il voto in Aula sia fissato per la stessa settimana, come sottolinea il presidente della Giunta Pierluigi Castagnetti. Sulle prime sembra che si voglia ri-fissare la seduta il 9 gennaio, ma subito nel Pdl si fa notare che si tratta di un lunedì... Così meglio rinviare di un giorno. Tocca sempre a Popolo e Territorio togliere le "castagne dal fuoco" al Pdl anche su un altro caso scottante come quello di Saverio Romano esaminato praticamente in contemporanea dall'Aula di Montecitorio. Il capogruppo Silvano Moffa presenta la richiesta per il voto segreto. Ma in questo caso con scarsi risultati rispetto a quelli sperati: la richiesta di autorizzazione all'uso delle sue intercettazioni, inoltrata dai magistrati palermitani, ottiene il via libera con 286 "sì", 260 "no" e 4 astenuti. «Così come avevo chiesto in Giunta - commenta Romano - l'autorizzazione delle intercettazioni mi potrà solo aiutare a dimostrare la mia estraneità ai fatti che mi si contestano».