Bosssi: "Il governo non arriverà fino al 2013
«Libertà, libertà!», gridano in Aula i senatori leghisti. La manovra «affonderà» l'Italia, tuona da Bolzano Umberto Bossi. Eccola la Lega di lotta. Da un lato i parlamentari, che drammatizzano i toni e si beccano censure e sospensioni. Dall'altro il Senatur, che in un'escalation di attacchi, oggi arriva ad accusare l'amico ed ex alleato Silvio Berlusconi di comportarsi da «pecorella» verso quell'esecutivo di tecnici che, scommette Bossi, «non arriverà al 2013». Ma Mario Monti non si lascia intimorire e lancia la sua sfida: mancherà pure la collaborazione della Lega, dice, ma «il governo ha ben presente le istanze» del Nord. Nel giorno in cui la manovra ottiene il via libera definitivo, il leader della Lega conferma la bocciatura senza appello del suo partito: il decreto "Salva Italia", sostiene, mette «troppe tasse e non crea posti di lavoro», perciò «affonderà» il Paese. Lo hanno detto ieri in Aula i senatori, esibendo uno striscione con la scritta «governo ladro» e perciò in 15, incluso il capogruppo Federico Bricolo, e oggi dal presidente Renato Schifani ricevono un provvedimento formale di censura. Lo hanno detto anche i deputati la settimana scorsa, occupando i banchi del governo in Aula alla Camera. E sono stati puniti da Gianfranco Fini con una sospensione e una censura. Ma la Lega non recede. E Bossi scommette: con misure come questa, il governo Monti «non penso possa arrivare al 2013. Neppure con il presidente della Repubblica come alleato ce la può fare». E dunque nell'attesa delle attese elezioni anticipate, il Carroccio resta opposizione, senza troppo dispiacere. «Ci stiamo divertendo», ammette il Senatur. Mentre a Palazzo Madama i suoi parlamentari accompagnano il via libera alla manovra con urla e «buuu», a coprire gli applausi della maggioranza. E Roberto Calderoli mostra il pollice verso. «Voglio assicurare che il governo ha ben presente le istanze» del territorio del Nord «al di là della scarsa cooperazione collaborativa» di chi li rappresenta a Roma, è la risposta del premier Monti, pronunciata con lo sguardo rivolto verso i banchi del Carroccio. Ma per tutta risposta il capogruppo Bricolo celebra la Serenissima (in contrapposizione all'Italia unita) e afferma: «Può accadere di tutto, anche che i popoli del Nord si riprendano la loro libertà». «Libertà, libertà!», ripetono i senatori padani, mentre dal Pd gridano di rimando: «Siete stati al governo, servi per otto anni!». Oggi, però, è un'altra storia. Se è vero che Bossi continua a prendere le distanze dal suo alleato Berlusconi e a criticare la sua scelta di sostenere Monti: «Mi sembra che abbia troppa paura - dice l'ex ministro delle Riforme - Sta lì buono come una pecorella». Ma il Cavaliere sembra non prenderla male. Spiega che la Lega all'opposizione «si diverte molto» e ridendo definisce «simpatici» certi atteggiamenti in Parlamento. Alle provocazioni del Carroccio Berlusconi non oppone strappi. Perchè, come va ripetendo, l'alleanza Pdl-Lega è cruciale anche alle prossime elezioni: «Sarebbe puro masochismo non arrivare a una alleanza nel centrodestra - dichiara - Ragioneremo insieme».