Re Giorgio indica la rotta
L’Europa è in crisi, la moneta unica è a rischio ma i professionisti del catastrofismo non possono brindare al Grande Crollo. In attesa che il Vecchio Continente riscopra come funziona il capitalismo, dagli Stati Uniti arrivano segnali incoraggianti per l’economia: i dati sulla costruzione di nuove case hanno toccato in novembre una crescita del 24.3 per cento rispetto all’anno scorso nello stesso periodo. Il mattone è un indicatore forte dello stato di salute dell’economia. Se la locomotiva americana ritorna a crescere e la Germania abbandona la sua idea di Europa con le ganasce fiscali e l’austerità costi quel che costi, forse l’anno che sta per cominciare sarà meno peggio di quel che prevedono gli economisti. La Borsa ieri ci ha creduto, ma questo non significa nulla, perché i mercati ormai hanno aspettative e fanno valutazioni completamente sganciate dalla realtà dei numeri. Di fronte a questo scenario Napolitano ha ribadito le difficoltà del nostro Paese e l’importanza della missione del governo Monti. L’oggetto più misterioso continua ad essere il Parlamento. Ha votato una manovra dura, in alcune parti insufficiente, in altre del tutto assente, ma comunque utile allo scopo: ristabilire la fiducia della comunità finanziaria sul nostro Paese. Fatto questo, le assemblee sono di nuovo piombate in uno stato di semi-catalessi e vediamo deputati e senatori girarsi i pollici, lamentarsi, bofonchiare, schiacciare il pulsante ogni tanto e impegnare gran parte delle giornate nel giochetto del «cade o non cade?». Chi? Monti, naturalmente, il quale a sua volta dovrebbe cominciare a pensare che un governo ha non solo il dovere ma la convenienza di comunicare agli elettori cosa sta facendo. In attesa che da Palazzo Chigi battano un colpo, registriamo il fatto che Napolitano è l’unico a dirci chiaramente quale sia la rotta da seguire, che Berlusconi si sta ritagliando un ruolo di regista della maggioranza che sostiene l’esecutivo e che Bersani ha molte difficoltà a tenere insieme le mille anime di un partito in perenne seduta di autocoscienza. L’Italia non è l’America, ma il Mondo Nuovo l’ha scoperto un tal Colombo. Un italiano.